Parla il consulente tecnico del sindaco Massafra
«Il futuro del calcio passa attraverso l’azionariato popolare».
In attesa che la società ufficializzi i primi movimenti sul mercato (pare che ci siano delle difformità di vedute su alcune scelte da compiere), Pietro Capogrosso, consulente tecnico dell’Amministrazione, con all’attivo in passato collaborazioni con importanti società professionistiche (dal Torino alla Spal, per indicarne un paio), traccia il consuntivo del lavoro sin qui svolto dall’equipe incaricata di risolvere il momento di empasse del sodalizio calcistico, composta dall’assessore Angela Moccia, dal consigliere comunale Pierpaolo Barbieri, dal commercialista Paride Toma, oltre che dallo stesso Capogrosso. Agendo con la sobrietà e la moralità che questo momento di ristrettezze economiche, di crisi finanziarie e di tagli alle spese impone nella gestione del denaro pubblico, ha organizzato tantissimi incontri per far si che il calcio a Manduria non precipitasse nuovamente nell’oblio, perdendo l’Eccellenza, cercando di coinvolgere l’imprenditoria locale.
«Spero di essere smentito nel tempo, ma le innumerevoli riunioni e i risultati raggiunti dal gruppo di lavoro saranno vanificati fra qualche mese, quando il rebus finanziario riporterà, prepotentemente, sul tavolo degli incontri gli stessi problemi e le stesse tematiche di questa estate» è la previsione di Pietro Capogrosso. «Facile e scontata la profezia, riveniente dalla insufficiente disponibilità finanziaria del pur volenteroso organigramma societario che, purtroppo, non può contare su casse floride e su basi economicamente solide.
Quasi obbligatoriamente quindi, per garantire un futuro al “giocattolo” calcistico manduriano, resta una sola strada da percorrere e in un lasso di tempo relativamente breve, ovvero nel giro di qualche mese: l’azionariato popolare, che crea un effettivo sostegno con quote sociali anche minime (di 30 o 50 euro ciascuna), da versare su di un conto iban e con uno Statuto societario che stabilisce ogni quante quote si entra a far parte del Consiglio Direttivo
Fra l’altro, l’Azionariato Popolare è già realtà dove si è voluto far rinascere il calcio su nuove basi, vedi Piacenza, Isernia, Trento, Sambenedettese, Venezia, Campobasso ecc. .
Questo percorso potrebbe significare l’entrata in campo di centinaia e centinaia di piccoli, medi e grandi azionisti che, ogni anno, porterebbero nuova linfa alle casse societarie.
Non esiste niente di impercorribile a patto, però, che ci sia impegno e buona volontà e sulla scia di questa novità, non dovrebbe essere difficile creare una struttura tecnico-organizzativa all’altezza dei tempi e delle esigenze economiche.
Per esperienza posso affermare, in modo inconfutabile, che dove non esistono grosse risorse finanziarie, le società sono obbligate ad organizzarsi in modo intelligente, sfruttando, anche nelle sfumature minime, qualsiasi ipotesi di ritorno d’immagine.
E’ inutile parlare di Settore Giovanile se non c’è un responsabile onesto, competente e con le dovute conoscenze, capace di attrezzare l’intera struttura su basi nuove e con metodi inediti, almeno per Manduria.
A cosa e a chi serve impostare un lavoro tecnico-tattico dove, annualmente, si ripetono gli stessi costosi errori senza tener conto e far tesoro degli sbagli pregressi?
Se non si pone, di netto, un taglio a questa oramai consolidata mentalità calcistica locale, sempre più selettiva e riduttiva, la tanto deprecata indifferenza ed il pericoloso allontanamento della parte più impegnata e significativa della sportività manduriana, tenderà ad aumentare ed ingrossarsi.
La cosiddetta crisi economica e globale, investe tutto e tutti e solo chi, anche calcisticamente, si attrezzerà rimarrà in campo con i propri mezzi, non soccomberà e non verrà umiliato.
Personalmente, ribadisco, l’Azionariato Popolare mi sembra un valido esperimento e sono contento che l’assessore Angela Moccia, il consigliere Pierpaolo Barbieri, il commercialista dott. Paride Toma ognuno con le proprie specificità e competenze si siano dichiarati disponibili a tentare questa esperienza per rafforzare ed aiutare l’U.G. Manduria Sport.
Tutti, nessuno escluso, se c’è unità d’intenti, dalle rispettive postazioni, debbono lavorare per garantire l’87°, l’88°, l’89° e via elencando, compleanno alla società calcistica manduriana. In tanti credo, debbano mettere da parte pratiche contorte e difficili da capire ed intraprendere, invece, la strada della trasparenze e della linearità, perché solo in questo modo sarà possibile un futuro calcistico sereno e duraturo».