«L’abbattimento concordato sull’Imu (0,8%) e richiesto sulla Tares (55%) sugli aggi da riconoscere alla società esterna incaricata del servizio di riscossione dei tributi è assolutamente insufficiente»
Leonardo Notarnicola, uno dei due sub commissari del Pd (l’altro è Luigina Lamusta), prende posizione nel dibattito in atto su uno dei temi più “caldi” della politica a Manduria: la gestione del servizio di riscossione dei tributi. Il sindaco Roberto Massafra, così come annunciato già qualche giorno dopo il suo insediamento, ha approvato, insieme alla sua giunta, l’affidamento all’esterno per un altro anno di questo servizio, rinegoziando, però, l’aggio da erogare alla società convenzionata con il Comune.
Decisione che è stata criticata da diverse forze politiche, che avevano invece indicato come soluzione ottimale quella della internalizzazione del servizio.
«Obiettivamente, non credo fosse semplice, in quel ristretto arco di tempo a disposizione della nuova Amministrazione, optare per la internalizzazione del servizio» è l’opinione del sub commissario manduriano del Pd, Leonardo Notarnicola. «Sarebbe stato necessario, in pochissime settimane, organizzare e formare il personale (le cui unità in organico sono però insufficienti) e, poi, dotare gli uffici dei software per la gestione di una banca dati enorme. Siamo però convinti, in ogni caso, che si potesse procedere quanto meno alla riscossione diretta del flusso ordinario dei tributi, quello, cioè, che avviene attraverso i versamenti che i contribuenti effettuano sul conte corrente del Comune».
Notarnicola si sofferma poi su un altro aspetto della questione.
«La somma introitata dal Comune di Manduria attraverso la riscossione dei tributi è ingente: la somma posta a gara ammonta a circa 4 milioni e 100.000 euro. Riteniamo, che, anche in virtù di questa cifra, il taglio degli aggi riconosciuti all’azienda affidataria del servizio siano stati largamente insufficienti. L’aggio sull’Imu è infatti sceso di 0,8 punti (ora è di 2,72%), mentre su quello relativo alla Tares la giunta ha deliberato una richiesta di un taglio del 55%, sempre riferendosi sulle somme incassate e non su quelle da recuperare. Non ci risulta che la Censum abbia ancora sottoscritto la delibera, ma, avendo già inviato le prime cartelle della Tares ai contribuenti, crediamo che abbia quindi accettato, anche se non ancora formalmente, questo taglio. Per noi, però, questi abbattimenti sono largamente insufficienti perché, allo stato attuale, non esistono dei carichi di lavoro tali da giustificare tali aggi. Inoltre, paradossalmente l’abbattimento è stato minore sull’aggio da riconoscere alla riscossione dell’Imu, che richiede un carico di lavoro inferiore rispetto a quello della Tares. Il Comune, nel rispetto peraltro di quanto è previsto nello stesso contratto (mi riferisco alla rivisitazione dell’aggio), avrebbe avuto il dovere di strappare delle condizioni migliori, potendo poi investire il risparmio ottenuto, nella previsione della internalizzazione del servizio, o nella convenzione con altro personale o nell’acquisto dei software necessari».