Sarebbe responsabile della rimozione delle cautele sugli infortuni nei suoi impianti
Scattano i domiciliari per Attilio Scarlino. In quanto amministratore unico dell’omonimo salumificio, è ritenuto responsabile della presunta manomissione del cancelletto di sicurezza dell’impastatrice in cui ha perso la vita l’operaio 53enne Mario Orlando.
Le accuse, contestate nell’ordinanza di custodia cautelare che porta la firma del giudice delle indagini preliminari Antonia Martalò, sono quelle di rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e di morte come conseguenza del primo reato. Accuse per cui si rischia una pena che va fino a 10 anni di reclusione. La misura, richiesta dai sostituto procuratori Carmen Ruggiero e Paola Guglielmi, è stata ritenuta necessaria per via delle esigenze cautelari legate non solo al rischio di reiterazione del reato, ma anche al pericolo di inquinamento probatorio.
Molti gli elementi raccolti dalla Procura e dai poliziotti del commissariato di Taurisano, al comando del vice questore Salvatore Federico, a partire dal fatto che gli operai ascoltati dopo l’incidente, hanno ritrattato la loro testimonianza, probabilmente proprio su impulso dell’azienda e dalle difficoltà, verbali e fisiche, che i vigili del fuoco hanno riscontrato nel tentativo di avvicinarsi alla macchina in cui è rimasto schiacciato Orlando.
“La protervia e la spregiudicatezza di Scarlino nel perseguire il proprio interesse personale ed economico in spregio della vita umana di Orlando- scrive il gip nelle 11 pagine del provvedimento- lo ha portato fino al punto di contattare l’azienda produttrice del macchinario in cui era rimasto schiacciato Orlando, intimando ai funzionari addetti di non consegnare alcun documento agli inquirenti che svolgevano le indagini”.