Il numero uno del sodalizio biancoverde rilancia: «Trattiamo tre rinforzi»
«Ho cambiato idea: non ritiro la squadra e proseguo da solo, contro tutto e contro tutti, per rispetto dei tifosi».
A distanza di poco più di 24 ore, Gianluca Fiorentino ritorna sui propri passi. Quella che era una decisione irrevocabile viene annullata.
«Non è accaduto nulla di particolare» conferma Fiorentino. «La capienza dello stadio resta limitata, ma io non voglio più interrompere questa avventura. Non voglio tradire la fiducia che mi è stata accordata dai tifosi, che invito a stare sempre vicini alla squadra».
Fiorentino, quindi, non solo non molla più, ma addirittura rilancia.
«Le trattative per rinforzare la squadra proseguono» sostiene il presidente. «Dopo aver visto il Manduria all’opera contro la Fidelis Andria, non posso che essere fiducioso sull’esito del campionato. Con qualche ritocco, questa squadra potrà fornire non poche soddisfazioni ai nostri tifosi».
Sin qui le parole del presidente Fiorentino. Probabilmente sarà svanita la rabbia e la delusione per qualche episodio extra calcistico che si è verificato domenica e, dopo averci dormito sopra, al numero uno del sodalizio biancoverde ha iniziato nuovamente a ribollire la passione per questo sport.
Col senno del poi, però, si potevano sicuramente evitare alcune affermazioni “forti” pronunciate all’indirizzo di istituzioni con le quali bisognerà confrontarsi sino alla fine della stagione. Determinati problemi si risolvono solo col buon senso, magari sedendosi attorno ad un tavolo alla ricerca della soluzione ideale che rispetta la legge e che viene incontro alle esigenze di tutti.
Disinnescato sul nascere il rischio che il calcio biancoverde potesse scomparire da un momento all’altro, si può ritornare a parlare di quanto accaduto domenica scorsa, che è passato purtroppo in second’ordine.
Non si può non rimarcare la prova straordinaria di Antonio Laghezza, portiere di 25 anni di Francavilla Fontana, che ha compiuto prodezze a getto continuo (neutralizzando anche un rigore a Moscelli), e l’impenetrabilità di una retroguardia (Macrì, De Giorgi, Febbraro e Coccioli), che ha annullando il temibilissimo reparto offensivo dell’Andria.