Gli alberi completamente divorati dal batterio “Xylella fastidiosa” saranno destinati inesorabilmente all’abbattimento
La corsa contro il tempo è già segnata da un affanno pesante. Gli ulivi salentini continuano a morire e il rischio contagio in tutta la Puglia è tutt'altro che un'ipotesi remota.
La seduta straordinaria, durata due giorni, del Comitato fitosanitario nazionale ha lasciato nelle mani della Regione una consegna che vale quanto un incredibile rompicapo: bisogna a tutti i costi contenere il morbo dentro il perimetro del Salento. È l'Europa che lo chiede. È anche il resto dell'Italia che lo pretende. Più facile a dirsi che a farsi.
Certo, le priorità sono nero su bianco nel protocollo messo a punto tra lunedì e martedì a Roma, lo stesso che Bari si accinge a varare. Contiene le dettagliate indicazioni su cosa fare nelle diverse fasce colpite, che andranno differenziate man mano che ci si avvicina all'epicentro, quello ormai noto, 500 ettari in zona La Castellana e Li Sauli, a Gallipoli. Il primo passo consiste, quindi, nella perimetrazione, preliminare a tutto il resto. Ma prima di poterla mettere in pratica, bisognerà fare i conti con un grande ossimoro: il tempo stringe e le risorse, umane e finanziarie, sono troppo poche. È per questo che la Regione Puglia bussa alla porta del ministero dell'Agricoltura per chiedere l'invio di ispettori e agenti fitosanitari, per coadiuvare il personale già operativo.
La straordinarietà della situazione, d'altronde, è tale da dover far ingranare la marcia per provare a salvare il salvabile, visto che gli alberi completamente divorati dal batterio “Xylella fastidiosa” saranno destinati inesorabilmente all’abbattimento.