«Partecipano decine di tesserandi in gran parte sconosciuti alla militanza. Tutto sotto la regia di locali mercenari della politica»
«Si è ancora in tempo, caro Presidente a recuperare la dignità smarrita là dove la credibilità di un grande partito come il nostro è messa a dura prova. Per questo mi appello all'autorevole saggezza della tua persona affinché si fermi lo scempio e si ripristini la politica. Prima che il silenzioso abbandono di tanta gente per bene risulti come il ritirarsi della marea che lascia sulla sabbia solo gli “ossi di seppia”».
Così il segretario Pd pugliese Sergio Blasi si rivolge, in una lettera al presidente della Commissione di Garanzia Luigi Berlinguer e ai candidati, denunciando il caos nei congressi pugliesi.
«Della storia politica - scrive Blasi - nella quale sono cresciuto, e nella quale mi sono formato come uomo prima che come politico, ricordo le lunghe discussioni, le contrapposizioni tra linee politiche e tra grandi personalità. Ma soprattutto il rispetto costante di una causa superiore che si identificava con il partito e con la sua funzione storica e sociale. Quello che sta accadendo oggi in molti circoli della Puglia e del Paese, per me, rappresenta semplicemente la negazione di quella storia» scrive il segretario regionale.
«Osservando quello che accade - si legge nella lettera - non sfugge a nessuno che la fretta è stata cattiva consigliera in quella Direzione nazionale del 27 settembre scorso. Forse una riflessione più approfondita, e non condotta sotto lo scacco delle contrapposizioni tra gruppi dirigenti nazionali, avrebbe consigliato una chiusura del tesseramento in tempo utile per uno svolgimento ordinato e trasparente dei congressi di circolo».
Cronache e testimoni di diverse provenienze, denuncia il segretario pugliese, «raccontano in questi giorni cosa sono diventati in alcuni casi i circoli del mio partito. Dibattiti congressuali tenuti di fronte a pochi iscritti, seguiti da votazioni a cui partecipano file di decine e decine di tesserandi in gran parte sconosciuti alla militanza o all’attivismo. Tutto sotto la regia di locali mercenari della politica. Sono cartoline che ci giungono dalla decadenza di un partito nel quale più che congressi si stanno celebrando primarie tra notabilati, condite da conferenze stampa nelle quali sono ormai consueti gli insulti ai compagni di partito e ai rappresentanti politici e istituzionali».