«Per me è stata una grande vittoria…»
«Se, come sembra, Renzi diventerà il nuovo segretario nazionale del Pd e se davvero intende chiudere un certo modo di gestire il partito, allora dovrebbe verificare meglio cosa è accaduto a Manduria per l’elezione del coordinatore cittadino».
Mario D’Oria, sconfitto per una manciata di voti da Katia Malagnino nella corsa alla segreteria (12 preferenze), esprime alcune riflessioni sulla gestione di questa fase.
«Vorrei precisare una cosa: i miei dubbi li ho sollevati in tempi non sospetti, ovvero diversi giorni prima rispetto alla data delle votazioni» afferma D’Oria. «Inoltre, non mi ritengo uno sconfitto. A Manduria, pur non essendo stato appoggiato da nessuno dei tre consiglieri comunali dei Pd, ho ottenuto quasi 40 voti in più di Katia Malagnino. Sapevo che la partita si sarebbe però decisa nella sezione di Uggiano Montefusco…».
In una lettera indirizzata alla segreteria regionale del Pd domenica scorsa, Mario D’Oria aveva già segnalato alcune “irregolarità” nella convocazione dell’assemblea.
«Il 22 ottobre mi viene comunicata, telefonicamente, la data del 26 ottobre come giorno utile per l’assemblea congressuale, senza che vi fosse stato alcun accordo condiviso tra gli organi competenti» aveva rilevato domenica scorsa D’Oria. «Il 23 ottobre, alle ore 21,41, ho ricevuto una mail a firma del sub commissario Notarnicola in cui si convocava l’assemblea per il 28 ottobre.
Ma vi è di più. La convocazione, per come notificata è irricevibile, poichè nulla dice circa lo svolgimento dei lavori congressuali. L’art. 6 del regolamento regionale del PD così recita: “Il Comitato direttivo del Circolo convoca l’assemblea degli iscritti con almeno cinque giorni di preavviso”».
Sin qui, quindi, solo aspetti formali, sicuramente secondari relativamente ad una serie di quesiti che lo stesso D’Oria aveva già posto alla segreteria regionale. D’Oria, infatti, chiedeva di conoscere il numero di tesserati al circolo di Manduria e di Uggiano Montefusco al 24 ottobre; il numero delle tessere consegnate ai due circoli e sino a quel giorno non ancora anagrafate; se le tessere di Uggiano Montefusco risultavano regolari con il pagamento; se esiste un tesoriere diverso per il circolo di Uggiano Montefusco.
Mario D’Oria rimarcava anche una comunicazione che aveva ricevuto dal tesoriere di Manduria.
«Mi riferisce il tesoriere del PD di Manduria che lui non ha mai avuto un solo euro delle tessere di Uggiano Montefusco, nè conosce il numero delle tessere fatte, come da mail che ha inviato anche a lei» sostiene D’Oria nella lettera indirizzata al responsabile di settore del Pd».
Sin qui i dubbi espressi da Mario D’Oria qualche giorno prima delle elezioni del nuovo segretario del Pd. I risultati, poi, effettivamente hanno dimostrato come il circolo della frazione di Uggiano Montefusco sia risultato decisivo per la rimonta di Katia Malagnino.
«La mia non è una presa di posizione sol perché non sono stato eletto segretario» conclude Mario D’Oria. «Ho vinto a Manduria e ho ottenuto 10 delegati all’assemblea cittadina su 21. Mi aspetto, però, che qualcuno chiarisca i miei dubbi».