martedì 26 novembre 2024


18/11/2013 07:22:44 - Salento - Politica

Durante un comizio a Potenza, ha preso di mira La Gazzetta del Mezzogiorno, ma era stato male informato: il quotidiano non riceve finanziamenti statali

In fondo ce l’aspettavamo. È nota la sua idiosincrasia verso i giornali e i giornalisti. L’insegna della Gazzetta del Mezzogiorno che campeggia sulla sede potentina del nostro giornale, in piazza Mario Pagano, era un’occasione ghiotta per ribadire la sua allergia alla stampa. E l’ha colta al volo. Durante il comizio di chiusura della campagna elettorale, proprio nella piazza principale di Potenza, Beppe Grillo ha «vomitato» veleno contro la Gazzetta e il suo cronista in quel momento appollaiato sul balcone per seguire l’avvenimento insieme ad una troupe di «Ballarò» che aveva chiesto ospitalità alla redazione.
«Tu, direttore della Gazzetta, buttati giù dal balcone» ha detto il bianco riccioluto ligure a diecimila e più watt, suscitando l’ilarità dei suoi fedelissimi. Al cronista di una redazione decentrata la promozione sul campo (pardon, sul balcone) non è piaciuta, ma ha capito che si trattava di una battuta da raccogliere magari con un sorriso, anche se la tentazione del gesto dell’ombrello è stata forte. Fortissima. Porgere l’altra guancia? Sarebbe stato troppo. Meglio battere in ritirata per evitare uno scontro «acustico » impari. A quel punto Grillo, «armato» di microfono e di claque, ha virato su un altro tema a lui caro: il finanziamento pubblico ai giornali. E ha ancora una volta chiamato in causa il redattore che crede direttore della Gazzetta: «Se non ti butti veniamo su noi e ti togliamo i fondi pubblici con cui campate».
Aspetta un momento. Ci sfugge qualcosa: fondi pubblici? E da dove arrivano? Grillo sa qualcosa che non sappiamo? Ma allora tutti quei discorsi sulla pubblicità, sullo sforzo di incrementare le vendite per garantire liquidità al quotidiano sono aria fritta, tanto c’è l’ombrello di finanziamenti statali? Magari, verrebbe da dire in un giornale che - cari Grillo e grillini - sulla scia della crisi dilagante anche nel settore dell’editoria ha chiesto ai suoi redattori il sacrificio di firmare i contratti di solidarietà, con relativo taglio di stipendio per evitare chiusure di redazioni e licenziamenti.
Ma quali fondi pubblici d’Egitto. La Gazzetta è un giornale che vive esclusivamente di pubblicità e di vendite. E lo scrive a chiare lettere ogni giorno in prima pagina: «Testata indipendente che non percepisce i contributi pubblici previsti dalla legge 250/90». Evidentemente Grillo non è un nostro lettore, sa poco di noi e quel poco, forse, è frutto di suggerimenti sbagliati. Il siparietto anti-Gazzetta che ha fatto da prologo al comizio - durante il quale il copione si è ripetuto con attacchi, a destra e a manca, a prova di ugola di acciaio - è finito sulla rete e sui social network. Un pullulare di commenti, un plebiscito per il nostro giornale accusato ingiustamente dal leader del Movimento 5 Stelle di essere l’ennesimo esempio di sanguisuga: «Ora Grillo dovrebbe chiedere scusa», «prima di sparare a zero avrebbe dovuto informarsi», «l’ennesima dimostrazione di qualunquismo », «se non la dice grossa chi vuoi che batta le mani?».
In poche ore su Facebook la testata della Gazzetta - con la dicitura che «certifica» l’assenza di contributi pubblici - è stata condivisa da decine e decine di cybernauti, finendo nei post dei grillini lucani, forse anche di quelli che la sera del comizio a Potenza hanno applaudito alla prolusione anti- giornale del capo. Da qualcuno di loro è arrivata solidarietà rigorosamente «a microfoni e wireless spenti», probabilmente per non urtare la suscettibilità del grande fratello pentastellato. Guai a contraddirlo: c’è il balcone della Gazzetta che aspetta tuffatori.
 
Fonte: rete










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