Ma il sindaco non intende dimettersi
La maggioranza di centrosinistra del comune di Brindisi al termine di un vertice convocato oggi pomeriggio e conclusosi da poco ha confermato il proprio sostegno al sindaco Mimmo Consales (Pd), che martedì scorso ha ricevuto un avviso di garanzia per riciclaggio, ricettazione e abuso d'ufficio in concorso con il capo dello staff, Cosimo Saracino, il commercialista Massimo Vergara e l’ex direttore dell’agenzia di Brindisi di Equitalia Giuseppe Puzzovio che risponde anche di concussione. Consales non rassegnerà quindi le dimissioni e non vi saranno azioni di sfiducia. Al vertice hanno partecipato i sei consiglieri di maggioranza e i due assessori.
«Sono compatti al mio fianco, anche gli esponenti del Pd lo sono. Proseguiremo insieme per il bene della città, abbiamo discusso e concordiamo nel ritenere che un commissariamento, in questa fase, danneggerebbe Brindisi per i prossimi dieci anni. Ci stiamo occupando del Pug, della Falesia, di progetti che sono determinanti per il futuro del capoluogo», ha affermato Consales.
Il primo cittadino ha anche annunciato l’intenzione di convocare nella giornata di oggi una conferenza stampa per «spiegare alla città quanto detto nel vertice riguardo le mie vicende personali».
L’indagine che riguarda Consales, condotta dai pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, e delegata alla Digos riguarda un debito di 300.000 euro con Equitalia, 20.000 dei quali sarebbero stati pagati in rate superiori ai 1.000 euro e versate in contanti, in violazione della normativa antiriciclaggio.
«Gli ho espresso la mia solidarietà a livello umano, ma gli ho anche consigliato una presa di posizione forte, e dunque le dimissioni».
Sintetizza così il neo segretario provinciale del Pd di Brindisi, Maurizio Bruno, il senso dell’incontro di ieri mattina con il sindaco del capoluogo Mimmo Consales, al quale ha partecipato anche il riconfermato segretario cittadino Antonio Elefante.
Proprio pochi giorni dopo la sua elezione, Bruno - che aveva fatto della questione morale uno dei suoi cavalli di battaglia - si è trovato di fronte una bella gatta da pelare, ovvero il quarto avviso di garanzia nei confronti del sindaco di Brindisi, esponente di spicco - anche se non di lungo corso - del Pd.
Consales martedì ha ricevuto un avviso di garanzia per riciclaggio, ricettazione e abuso d’ufficio, in concorso con il capo del suo staff, Cosimo Saracino, col commercialista Massimo Vergara e con l’ex direttore dell’agenzia di Brindisi di Equitalia, Giuseppe Puzzovio, per un debito da 300mila euro, parte del quale saldato in contanti. Puzzovio avrebbe sottoposto a pressioni suoi dipendenti per compiere delle irregolarità in vantaggio del primo cittadino. Consales avrebbe maturato con Equitalia il debito da 300mila euro prima di diventare sindaco, operando con una società di cui era rappresentante legale. Dopo l’elezione, avrebbe concordato una rateizzazione del debito ma, secondo l’accusa, lo avrebbe fatto approfittando del suo ruolo istituzionale.
Il clima è rovente, ora.
«Lui - continua a raccontare il segretario provinciale del Pd - ci ha dato la sua disponibilità a fare un passo indietro, ma prima di prendere una decisione definitiva ha bisogno di un po’ di tempo, perché sta riflettendo sulla vicenda e, anche tramite il suo legale, sta valutando le possibili conseguenze di quanto sta accadendo».
Dunque, la posizione di almeno un’ala del partito è chiara.
«Certamente - precisa ulteriormente Bruno - bisogna salvaguardare la persona umana, ma anche l’immagine del partito. Il Pd è per un passo indietro, e lui ci ha garantito che entro qualche ora prenderà una posizione chiara».
I democratici, dunque, sembrano orientati a non affrettare i tempi. Ma nel partito c’è anche chi spiega.
«Faccia un passo indietro ora. E se entro i venti giorni canonici (il tempo a disposizione prima che le dimissioni diventino formalmente irrevocabili, ndr) la sua posizione si sarà chiarita, potrà ritornare in sella senza problemi».
Il segretario provinciale, invece, è più “morbido” rispetto a queste posizioni. Ma allo stesso tempo chiarisce.
«Il partito non può fare sconti a nessuno. La questione morale non si dovrebbe mettere in discussione». E d’altronde era stato proprio Bruno, in apertura della campagna congressuale, a tuonare: «La gente che ha un avviso di garanzia deve fare non uno ma due passi indietro. Altrimenti come possiamo pensare di essere credibili?».
Anche il segretario cittadino, ieri mattina, ha consigliato a Consales le dimissioni e poi ha convocato un incontro con il gruppo consiliare del Pd ed i due rappresentanti democratici in giunta.
«Racconterò loro - spiega Elefante - il confronto avuto con il sindaco stamattina (ieri per chi legge, ndr). Durante il faccia a faccia gli ho espresso la mia solidarietà personale ma gli ho anche detto che non abbiamo molto tempo. Perché un partito che vuole davvero essere credibile non può temporeggiare troppo di fronte ad una questione del genere. E io voglio un partito capace di decidere. Per questo voglio chiedere ai rappresentanti istituzionali del Pd il loro punto di vista, senza alcun giudizio sulla persona del sindaco. Non tocca a noi, infatti, esprimere condanne o assoluzioni. Quello è un ruolo che compete esclusivamente all’autorità giudiziaria. Ma voglio avere chiara la situazione».
Strettissimo il riserbo sull’esito della riunione, anche se voci di corridoio raccontano di un Elefante che avrebbe lasciato in anticipo, in aperta polemica con quanto emerso durante il confronto, la sede del Pd dove era in corso di svolgimento il faccia a faccia. Il segretario cittadino ha negato che ci siano polemiche. Si dice, tuttavia, che durante la riunione tutti e due gli assessori e quattro su sei dei consiglieri in quota Pd si siano schierati a favore del primo cittadino e della necessità di portare avanti questa esperienza amministrativa.
«Non ho nessuna intenzione di dimettermi. Se qualcuno me lo suggerisce per il mio bene, sappia che sono in grado di valutare in tutta autonomia».
Lo ha detto il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales (Pd) nel tardo pomeriggio di ieri, mentre era in corso un vertice di maggioranza del Pd provinciale in cui si discuteva tra l’altro proprio la posizione da assumere in relazione alle vicende giudiziarie che riguardano il primo cittadino.