Lottano contro la proposta di convogliare la fogna di Porto Cesareo a Nardò, per poi depurarla e sversarla nel mare di Porto Selvaggio
Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione del movimento spontaneo No-Tub, convocata per discutere della proposta di convogliare la fogna di Porto Cesareo a Nardò, per poi depurarla e sversarla nel mare di Porto Selvaggio; tale proposta, come è noto, è stata recentemente resa pubblica a mezzo stampa dall’assessore all’Ambiente Flavio Maglio, che ha suggerito, anche, di applicare la fitodepurazione alla massa di reflui che ne deriverebbero.
Alla luce di queste notizie e dei successivi approfondimenti, gli attivisti del movimento hanno deciso di riattivarsi contro un pericolo che sembrava archiviato, ma che “invece” rischia di riproporsi con maggiore pregiudizio per la nostra Madre Terra e, in particolare, per Nardò e Porto Selvaggio.
Al termine dell’assemblea è stato deciso di:
1) contrastare in ogni modo qualsiasi ipotesi di ulteriori concentrazioni di inquinanti sul territorio di Nardò, che ha già subito la presenza di discariche e che è tuttora recapito finale per la fogna di circa 30 comuni, la quale viene immessa nella Vora delle Colucce, attraverso l'Asso, con un potenziale pericolo, riscontrato anche da analisi effettuate, per l'intero sistema idrogeologico;
2) avviare nuove azioni di sensibilizzazione e lotta, per informare la popolazione di quel che potrebbe accadere e per cercare di ottenere un alleggerimento dell'attuale situazione di rischio potenziale per il nostro territorio;
A tal proposito il movimento No Tub fa presente che intende strutturarsi, rafforzare il rapporto di collaborazione con i membri del Comitato di Tutela del Paesaggio di Nardò e con altri movimenti di difesa del territorio presenti nel Salento e mettersi in rete con questi, in modo da creare un argine a difesa di Nardò e del Salento.
Infine, riguardo all’idea recentemente prospettata dall’assessore all'Ambiente, il movimento sostiene che dalle informazioni note - la sola fitodepurazione non potrebbe, a norma di legge, produrre acque adatte all’uso irriguo e che una concentrazione abnorme di reflui, avrebbe bisogno di spazi enormi, pari a diverse decine di campi di calcio, che non sappiamo se disponibili e compatibili col territorio.
Per queste ragioni il movimento ha avviato una ricerca, volta a confrontare esperienze di altre realtà, confermando quanto esposto dall'inizio della propria attività, ovvero:
1) l’indisponibilità a far confluire i reflui di Porto Cesareo a Nardò;
2) l’indisponibilità a “spaccare” la costa neretina nei pressi di aree di pregio, come la Palude del Capitano;
3) l’indisponibilità a permettere la costruzione di una condotta sottomarina;
il tutto così come sostenuto dagli oltre 3000 cittadini che hanno sottoscritto le ragioni del movimento.
Il movimento, invece, conferma la richiesta di un depuratore in Tabella 4 per Nardò, con un successivo riuso delle acque, e di una soluzione autonoma per Porto Cesareo.
Movimento NO TUB - Nardò
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