Insorge la minoranza: «Presenteremo la sfiducia al presidente del Consiglio»
Il Consiglio si riunisce in seconda convocazione alle 9 in punto, senza attendere la tradizionale ora di tolleranza, e delibera tutti i punti all’ordine del giorno, senza mettere ai voti la mozione del Pd sul project financing sulla pubblica illuminazione, che era stato discusso e non votato l’altro ieri mattina.
La minoranza stigmatizza aspramente le scelte dell’Amministrazione, annuncia la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Comunale Nicola Dimonopoli e abbandona nuovamente l’aula.
Alla richiesta di spiegazioni tecniche da parte della minoranza, il segretario generale Jurlaro ha fatto riferimento, per iscritto, ad una vecchia sentenza del Tar della Campania, che risale al 12 dicembre del 1985.
«Il Tar della Campania ha ritenuto che, per parlarsi di seduta di seconda convocazione, non è necessario che la mancanza del numero legale si sia verificata ad inizio di seduta, ma può anche constatarsi in corso di seduta. In tali casi occorrerà tener presente che non si avrà una seduta di seconda convocazione per quegli oggetti che siano stati rinviati oppure discussi ma non deliberati. Mentre si avrà seduta di seconda convocazione per quei punti dell’ordine del giorno che non è stato possibile trattare a causa della sopravvenuta mancanza del numero legale».
Sin qui la posizione del segretario comunale, sulla quale si è arroccata la maggioranza, che invece non ha spiegato come mai, a differenza di tutte le altre precedenti sedute, ieri è stato deciso di rispettare scrupolosamente l’orario d’inizio dei lavori.
«L’Amministrazione attuale aveva scelto il cambiamento come cavallo di battaglia della campagna elettorale» ha affermato il consigliere De Mauro nel corso di una conferenza stampa. «Invece si stanno verificando nuovamente atteggiamenti propri delle vecchie classi politiche cittadine».
Critiche sono giunte anche da Mimmo Lariccia.
«Il sindaco parla in continuazione di democrazia partecipata e di coinvolgimento delle minoranze, ma poi si distingue per atteggiamenti totalmente contrari alle enunciazioni teoriche» afferma Lariccia. «Ciò che è accaduto ieri è un atto deprecabile dal punto di vista politico. Se in discussione l’altro ieri ci fosse stato un debito fuori bilancio, la maggioranza non lo avrebbe preso in considerazione nella seduta di ieri? Inoltre, tutte le proposte di delibere sui debiti fuori bilancio non erano state discusse in commissione consiliare. Credo che tanti consiglieri di maggioranza non conoscano neppure l’oggetto di quelle delibere, ma poi si presentano in aula e le votano … bovinamente».