La recente sentenza del Tar di Lecce, che ha accolto il ricorso sulle quote rosa presentato nel 2009 dall’allora consigliera per le pari opportunità della Regione Puglia e da alcuni consiglieri comunali di Maruggio, costituisce un esempio emblematico di giustizia-lumaca
Una sentenza inutile, in quanto la causa del contendere è stata da tempo superata, e giunta con circa quattro anni di ritardo.
E’ notorio che i tempi della giustizia sono largamente inadeguati. Ma a volte accade che la macchina della giustizia (in questo caso, amministrativa), continui a fare il proprio corso anche quando il motivo che ha originato il procedimento è stato risolto da diversi anni.
La recente sentenza del Tar di Lecce, che ha accolto il ricorso sulle quote rosa presentato nel 2009 dall’allora consigliera per le pari opportunità della Regione Puglia e da alcuni consiglieri comunali di Maruggio, costituisce un esempio emblematico di giustizia-lumaca. La sentenza è stata emessa l’11 dicembre del 2003, quattro anni e mezzo dopo la presentazione del ricorso e ad appena mezzo anno dal termine della legislatura.
Ma c’è di più. Qualche settimana dopo l’annuncio del ricorso l’Amministrazione Comunale di Maruggio aveva già provveduto ad annullare le prime nomine della giunta e a ricomporre un nuovo esecutivo, del quale faceva e fa tuttora parte una donna: l’assessore Mariangela Chiego.
«Con quel ricorso, furono impugnati i decreti sindacali del 27 giugno del 2009 di nomina degli assessori comunali perché non risultava garantita in giunta la presenza di entrambi i sessi» ricorda il Comune di Maruggio in una nota. «Con ordinanza del 21 ottobre del 2009, accogliendo la richiesta di sospensiva, il TAR aveva ordinato l’integrazione della giunta comunale mediante la nomina di assessori di entrambi i sessi.
Il sindaco del Comune di Maruggio, con decreto del 25 novembre del 2009, provvide ad integrare la giunta comunale nominando come assessore il consigliere Mariangela Chiego».
Garantita la presenza in giunta di una donna, che senso ha avuto far proseguire la costosa disputa?
«Giunta l’udienza di discussione del ricorso, l’Amministrazione Comunale, difesa dall’avv. Ernesto Sticchi Damiani, ha eccepito la sopravvenuta carenza di interesse alla decisione, avendo il sindaco di Maruggio integrato la giunta comunale con la presenza di rappresentanti di sesso femminile ed avendo già revocato i decreti sindacali impugnati con il ricorso in discussione. Per effetto di tanto, la sentenza n. 2420 dell’11 dicembre scorso non determina effetti sull’attuale giunta comunale e sulla indubbia legittimità dell’attività amministrativa posta in essere dal medesimo esecutivo».
Con solerzia, dunque, si integrò la giunta con la nomina di un componente di sesso femminile. Ma la giustizia ha fatto ugualmente un inutile corso, che ora comporterà delle spese legali non indifferenti…