E martedì la minoranza presenterà la richiesta di decadenza del presidente del Consiglio
«La tenuta dell’attuale coalizione di maggioranza è sempre più precaria. Oramai si aspetta solo l’implosione finale…».
Pietro Briganti, uno dei leader della minoranza, è convinto che l’Amministrazione Comunale di Manduria abbia le ore contate.
«Sta vivendo una fase delicata» è il suo pensiero. «E non credo che potranno continuare ad amministrare solo in funzione degli accomodamenti a cui, di volta in volta, si fa ricorso per soddisfare le esigenze di visibilità politica di questo o di quell’altro esponente. Sento dire che sia pronto un altro assessorato per un altro consigliere che è scontento della situazione. Ma se non sono capaci di surrogare un consigliere, come possono pensare di nominare un altro assessore?».
Briganti, poi, punta l’indice contro il sindaco Massaro.
«Pur di restare seduto su quella poltrona, ormai è disposto a tutto: si fa trascinare e tirare per la giacchetta a destra e sinistra. Pur di non mollare, credo che farà tutto il possibile, anche sulle decisioni importanti. E intanto continua a subire smacchi uno dopo l’altro: ormai non si contano più le sedute che sono saltate per la mancanza del numero legale. Ho esaminatogli atti del passato. Quando la carica di presidente del Consiglio era di Malagnino e poi di Caprino, mai la situazione è degenerata in tal modo. La seconda convocazione del Consiglio è ora sistematica. Ma, al di là della filosofia scacchistica, quanto può durare ancora? Non si può amministrare sperando che il ricorso al Tar della minoranza non si accolto. Noi siamo stanchi dello spettacolo indecoroso che l’Amministrazione offre e credo lo sia anche la città. Ma la coalizione regge perché ci sono delle situazioni che devono essere portate avanti, e il sindaco non vuole mollare lo scranno perché poi si scatenerebbero degli effetti domino che travolgerebbero il centro sinistra. Il compito della minoranza, in questa fase, è quello di far emergere chiaramente la verità in modo tale che l’opinione pubblica possa farsi un’idea compiuta della situazione. Massaro farebbe meglio ad imitare Mennitti, che, davanti all’impossibilità di amministrare, si è dimesso. Oppure dobbiamo pensare che ci sono delle esigenze politiche di tipo personale?».
Intanto Pietro Briganti annuncia una importante iniziativa politica della minoranza.
«Nel rispetto delle disposizioni dell’articolo 31 del nostro Statuto, presenteremo martedì una richiesta di revoca dalla carica del presidente del Consiglio Gianni Vico. Lo statuto prevede la raccolta di almeno 10 firme. Noi ne abbiamo già 12, ma credo che se ne aggiungeranno altre. La nostra richiesta dovrà essere messa ai voti in Consiglio. E, nel rispetto delle disposizioni dello Statuto, chiederemo che la votazione avvenga a scrutinio segreto. La ragione di questa iniziativa? Il presidente del Consiglio non gode più della nostra fiducia. In più occasioni, invece di passare all’appello quando noi abbandoniamo l’aula, consente l’apertura del dibattito, quando invece non ci sono i numeri per farlo».