Sopra questo tratto del fossato sono state trovate stratificazioni post medievali
Gli scavi eseguiti nei giorni scorsi hanno confermato ciò che gli storici locali hanno da sempre sostenuto: l’esistenza di un fossato allineato alle mura di origini messapiche, delle quali si conserva un consistente tratto in un’area attigua a piazza Garibaldi. Non è un caso, infatti, che la denominazione della strada in cui sono ancora visibili le maestose mura messapiche sia stata trasformata, numerosi decenni fa, da via Ciracì a via del Fossato.
Ma la riprova dell’esistenza del fossato è emersa solo attraverso i saggi effettuati dall’azienda manduriana Tarentini, per conto della Soprintendenza, all’altezza dell’intersezione fra via del Fossato e via Castorio Sorano. La direzione scientifica dei lavori, appaltati dall’Enel, è stata curata dalla stessa Soprintendenza Archeologica, mentre la documentazione scientifica è stata elaborata dallo studio di consulenza archeologica “Damatra”, per conto dell’associazione “Nove Muse” di Taranto.
Ad un paio di metri di profondità sono state trovate le tracce dell’esistenza del fossato, che poi si sviluppava verso nord. Sopra questo tratto del fossato sono state trovate stratificazioni post medievali: in quel periodo (fra il 1.500 e il 1.600), quindi, il fossato sarà stato chiuso e parte delle mura avranno lasciato il posto alle abitazioni civili.
I saggi dell’azienda Tarentini, propedeutici ad alcuni lavori che effettuerà l’Enel, sono ripresi ieri mattina nella zona di via Castorio Sorano attigua a via Pacelli.