Il calcio e l’invidia
«Dante, il sommo Poeta, ha punito gli invidiosi attraverso un senso: la vista.
Invidia, infatti, è una parola latina che nasce dall’unione di due parole: in e videre, da cui il senso di “guardare contro, guardare con ostilità”.
Ecco, questo è successo domenica pomeriggio allo stadio di Manduria, si è guardato con ostilità, ma non solo, si è anche giudicato le persone a cui voglio bene, usando l’invidia, e lo si sta continuando a fare; e penso che le persone invidiose lo faranno per sempre.
Chi mi sta a cuore fa di tutto per riuscire un giorno a dire “sono orgoglioso di quello che ho fatto nel bene e nel male”.
Domenica una persona ha solo imparato dall’errore che ha commesso, che a mio parere non ha inciso su nulla infatti i miei cari hanno sempre insegnato agli altri le cose grandi che si fanno e che si sono fatte e loro continueranno a camminare sulla propria strada, che non verrà di certo sbarrata dalle voci e dalle invidie della gente di questo paese.
Gli invidiosi appaiono ai miei occhi come dei ciechi mendicanti che non vogliono guardare, ma no che non possono!, ed hanno sentimenti ostili e malevoli verso gli altri, e sono persone che si sostengono a vicenda volendo distruggere le Virtù di coloro che ne hanno da vendere.
Chi ha giudicato e chi continuerà a farlo ha le palpebre cucite, perché nella sua esistenza ha sempre guardato con gelosia chi ha ricevuto nella vita delle grandi gratificazioni.
Purtroppo, in questo Paese se vuoi evitare l’invidia devi essere senza meriti ed oggi l’invidia è la più elevata e contorta forma di stima che ci possono dedicare ed io “sono sicura che le persone a cui voglio bene sono nate con grandi qualità, ma soprattutto, sono nate senza invidia”».
Dott.ssa Alessandra Pastorelli