mercoledì 27 novembre 2024
L’associazione culturale tarantina Dopolavoro Filellenico nei giorni scorsi ha voluto rendere omaggio al poeta della diaspora con una video conferenza in collegamento con Atene, da dove Maurizio De Rosa, profondo conoscitore dell'arte kavafiana, ha illustrato il suo volume “Note di poetica e di morale e altre prose”
La fervida creatività lirica di Kostantinos Kavafis nacque
con una poesia, poi ripudiata nella maturità come quasi tutte le sue giovanili, dedicata alla comunità magnogreca di Taranto e al gusto per la vita gaudente dei suoi abitanti.
con una poesia, poi ripudiata nella maturità come quasi tutte le sue giovanili, dedicata alla comunità magnogreca di Taranto e al gusto per la vita gaudente dei suoi abitanti. «I Tarantini si divertono» si intitolava la composizione nella quale si intravedevano in germe quegli elementi che del suo stile formale saranno maggiormente riconoscibili.
Allo stesso modo da Taranto, con una prima nazionale, è iniziata la presentazione dell'ultimo libro di Maurizio De Rosa, scrittore e traduttore milanese ormai trapiantato da più di un decennio ad Atene, dedicato alle prose inedite di Kostantinos Kavafis.
Nel centocinquantesimo anniversario della nascita e nell'ottantesimo della morte del poeta alessandrino appartenente alla comunità ellenica della grande città egiziana, tutto il mondo, in particolare la Grecia ne ricorda la grandezza e il valore poetico con pubblicazioni ed iniziative adeguate.
Anche l'associazione culturale tarantina Dopolavoro Filellenico nei giorni scorsi ha voluto rendere omaggio al poeta della diaspora con una video conferenza in collegamento con Atene, da dove Maurizio De Rosa, profondo conoscitore dell'arte kavafiana, ha illustrato il suo volume “Note di poetica e di morale e altre prose” in cui ha raccolto, per la prima volta in maniera sistematica in lingua italiana, le prose meno conosciute del poeta.
E la pubblicazione è stata presentata ai soci e agli amici del Dopolavoro Filellenico che seguivano De Rosa dall'aula magna del liceo classico Quinto Ennio di Taranto.
I Tarantini si divertono ancora? È stata, in un certo senso, la domanda che il relatore ha rivolto al pubblico che seguiva attraverso una web cam la sua conversazione.
Era proverbiale, fra i conoscenti del poeta Kostantinos Kavafis già all'apice della sua fortunata carriera compositiva, quando già la sua fama travalicava i confini linguistici dell'idioma ellenico nel quale si esprimeva nelle sue liriche, la sua ritrosia nel tenere conferenze, nel rilasciare interviste e nello scrivere in prosa.
Se il limite può essere vero per quanto riguarda l'esposizione orale, è certamente da confutare in rapporto alla scrittura, attestato che tra il 1882 e il 1930 scrisse tutta una serie di testi in prosa, sia in greco che in inglese, lingue che entrambe conosceva e parlava alla perfezione, che coprono un vasto arco stilistico e tematico.
In effetti, Kavafis è noto in tutto il mondo per il suo particolare universo poetico in cui ha raccolto il riflesso onirico delle sue travagliate esperienze di vita, legata ad una latente omosessualità e al gusto morboso per l'antichità. Meno conosciuto è invece per le opere in prosa, forse anche a causa di quello stesso pregiudizio che lo seguì fin dagli anni della maturità compositiva.
E' considerato uno dei grandi poeti in lingua greca del Novecento, ma in Grecia si recò solo poche volte, e in particolare negli ultimi mesi della sua esistenza, ad Atene, per tentare di farsi curare il cancro alla gola che lo avrebbe ucciso nel 1933. Trascorse la maggior parte della sua vita nella comunità ellenica di Alessandria d'Egitto dove era nato centocinquant’anni fa, l’Inghilterra dove la sua numerosa famiglia si dovette trasferire per ristrettezze economiche alla morte del padre, e la comunità ellenica di Costantinopoli.
Riscoperte negli ultimi anni anche in lingua greca, le prose, fra cui un racconto fantastico e alcuni articoli giornalistici, un'autobiografia inedita e alcune recensioni librarie, sono state recentemente tradotte anche in italiano per la prima volta in uno studio unitario da Maurizio De Rosa.
Giancarlo Antonucci
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