venerdì 22 novembre 2024


14/02/2014 06:43:11 - Manduria - Politica

Ma la minoranza protesta: «Doveva aver luogo entro il 10 gennaio»

Avrà luogo nella mattinata di lunedì 24 febbraio la prossima seduta del Consiglio Comunale. E’ questo l’orientamento espresso dalla maggioranza nella riunione dell’altro ieri dei capigruppo.
Decisione contestata dalla minoranza, i cui consiglieri avevano sottoscritto la richiesta di una seduta del consesso (per discutere del project financing sulla pubblica illuminazione) in data 20 gennaio.
«E’ stato violato l’articolo 20 dello Statuto Comunale, che, in presenza della richiesta di una seduta del Consiglio da parte di un quinto dei consiglieri in carica, stabilisce che l’adunanza deve essere tenuta entro venti giorni dalla data in cui è pervenuta la richiesta» aveva scritto nei giorni scorsi il consigliere comunale del Centro Democratico, Mimmo Lariccia, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Nicola Dimonopoli.
La maggioranza, invece, allo scadere del ventesimo giorno ha riunito la conferenza dei capigruppo per comunicare la data della nuova seduta, che si terrà, pertanto, dopo 34 giorni.
In quella stessa lettera Lariccia ha sollecitato Dimonopoli a «svolgere le proprie funzioni nell’ambito dell’Ufficio di Presidenza attraverso un modus operandi che deve essere contemporaneamente garantista e pluralista nei confronti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio».
Ciò in quanto il consigliere di minoranza fa rilevare che nel corso del mandato del presidente del Consiglio «molto spesso si sono riscontrate diverse prese di posizione nient’affatto ossequiose del ruolo che ognuno di noi riveste nell’ambito degli organi del Comune di Manduria».
Lariccia ricorda come «nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 30 dicembre 2013, il presidente del Consiglio ha permesso la continuazione, in seconda convocazione, di una precedente seduta già consumata, in quanto il numero legale richiesto era venuto a mancare durante la discussione di un punto all’ordine del giorno regolarmente iscritto e non mai per carenza del numero legale al suo insediamento. Oltretutto, lo stesso punto sospeso durante la discussione è rimasto privo di una votazione: il presidente della massima assise cittadina non ha permesso nella seconda seduta né la continuazione della discussione né tantomeno la votazione.
Per effetto di questo modo di presiedere il Consiglio, oggi ci ritroviamo un argomento rimasto in una sorta di “limbo giuridico”, ovvero “appeso” in quanto privo della relativa votazione e quindi di qualsivoglia manifestazione di volontà giuridica da parte del Consiglio Comunale».











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