In questo libro viene documentato uno dei primissimi casi di morte sul lavoro documentati della provincia di Taranto e il processo che ne è scaturito
E’ stato probabilmente uno dei primissimi casi di morte sul lavoro documentati della provincia di Taranto. Risale alla fine dell’800 e ha come involontario protagonista un giovane operaio di un trappeto ipogeo di Manduria, che fu infettato da un ronzino affetto da farcino (o morva), una malattia contagiosa. Il ronzino muoveva la macina delle olive e stava giorno e notte in un piccolo ambiente (una sorta di grotta), accanto ai “trappetari”, che vivevano in condizioni igieniche che oggi definiremmo disumane: non vi erano neppure i più elementari servizi igienici.
Fulvio Filo Schiavoni ha trovato tutti gli atti del processo che scaturì da quella morte: la vedova di Santo Perrucci (questo il nome dell’operaio, che era addetto proprio alla custodia degli animali), infatti, non esitò ad avviare un’azione giudiziaria contro la nobile famiglia proprietaria del trappeto, riuscendo anche a spuntarla in primo grado. In secondo grado, presso la Corte d’Appello di Trani, il possidente, per evitare la condanna, raggiunse un’intesa sul risarcimento economico da erogare alla vedova dell’operaio morto, che indusse le parti civili a ritirarsi dal procedimento e a far pertanto scattare l’assoluzione per l’imputato.
Fulvio Filo Schiavoni ha avuto l’intuizione di scrivere un libro su questa storia, “Il cavallo farcinoso”, ricostruendo puntualmente e rigorosamente lo spaccato sociale della città di Manduria di oltre un secolo fa. Libro che è stato presentato nei giorni scorsi su iniziativa del Consorzio Produttori Vini di Manduria e dell’Inner Wheel Club di Manduria. Quest’ultima associazione, rappresentata dalla referente per Manduria Emilia Miccoli Chimienti, ha illustrato il progetto “Io sono contro”, che prevede la realizzazione di spot finalizzati a denunciare la violenza sulle donne e stimolare la cultura del rispetto.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Gennari, oltre all’autore del libro, sono intervenuti Gianni Jacovelli, medico e storico della Medicina (“E’ uno studio di antropologia storica, uno spaccato umano e sociale di un’epoca e di un ambiente”) e il giornalista Pippo Mazzarino (“Fanno rabbrividire le condizioni di vita di quei lavoratori, che vivevano reclusi per mesi in grotte”).