Reputa non ricevibile un patto che si fonda esclusivamente sul concetto di pari dignità politica (ogni gruppo deve poter essere rappresentato in giunta) e che non contiene alcun tipo di passaggio sul programma che le forze politiche dovrebbero impegnarsi a realizzare
La Lista Girardi non ancora firmato il documento politico del sindaco Roberto Massafra. Reputa non ricevibile un patto che si fonda esclusivamente sul concetto di pari dignità politica (ogni gruppo deve poter essere rappresentato in giunta) e che non contiene alcun tipo di passaggio sul programma che le forze politiche dovrebbero impegnarsi a realizzare. Adesso e non in un secondo momento, come indicato nel documento.
Immaginiamo che la Lista Girardi voglia portare a compimento alcuni progetti già avviati dai propri due assessori in questo primo anno di legislatura e, di conseguenza, intenda capire se vi sia l’adesione da parte degli altri partner politici. Non solo. L’atto di adesione alla giunta Massafra-bis non può essere, secondo la Lista Girardi (ma non solo secondo loro), una firma su una cambiale in cambio. C’è necessità di comprendere, oltre alla composizione della giunta, anche gli obiettivi che questo nuovo esecutivo intende raggiungere.
Per tutte queste ragioni, i quattro consiglieri della Lista Girardi hanno deciso di soprassedere, in questo momento, alla firma dell’atto di adesione al nuovo patto politico, attendendo, evidentemente, dal primo cittadino maggiori indicazioni sul programma da attuare.
Come già rimarcato da queste stesse colonne ieri, il documento approntato dal sindaco Roberto Massafra appare, esclusivamente, una forma di restaurazione della giunta, con l’unico obiettivo di evitare lo scioglimento del consesso elettivo. Partendo da un assioma che, in questo momento, è quanto meno discutibile.
«Considerata la grave situazione finanziaria in cui versa il Comune di Manduria, l’ennesimo commissariamento rappresenterebbe un grave atto di irresponsabilità politica, che la città, a ragione, non ci perdonerebbe» sostiene il sindaco. Di certo, la città potrebbe non perdonare un’apertura della crisi a 9 mesi dalle possibili nuove elezioni, che sarebbero abbinate alle Regionali, che si terranno a marzo. Ma, dall’umore dei cittadini, si registra, da un paio di mesi a questa parte, un’insoddisfazione crescente nei riguardi di una coalizione che ha iniziato a litigare già dall’autunno scorso (a meno di sei mesi dall’insediamento) e che, per stessa ammissione dei componenti della maggioranza, ha “fallito” la propria missione, tanto da essere costretta a rimescolare la giunta e a cercare sostegno fra i partiti della minoranza.
E’ lo stesso sindaco, peraltro, che nel suo documento rimarca come sia stata ritenuta dalla sua stessa maggioranza “esaurita la spinta propulsiva della coalizione civica”, anche alla luce delle “ripetute richiesto di un cambio di rotta, attraverso la ricerca di nuove alleanze”.
Da un canto si ammette il fallimento e dall’altro, però, si ritiene di aver realizzato risultati importanti: due concetti che non possono coesistere.
Massafra sostiene che occorre «far prevalere, una volta per tutte, la logica delle idee e dei programmi su quella dei numeri», ma poi nel documento dell’altro ieri compaiono solo i numeri e neppure un’idea e uno straccio di programma.