Una vita breve ma intensa
Stefano Contessa, il giovane artista manduriano scomparso nel 2012 all’età di 29 anni a seguito di un incidente stradale, ha sempre brillato per creatività ed estro.
Da giovane fondò una cooperativa che aveva come obiettivo l‘attività agricola e la gestione di un agriturismo, in una località di campagna manduriana.
Stefano era infatti un “tradizionalista“, nel senso che credeva fortemente all‘importanza dei valori legati alla coltivazione della terra, il rispetto della natura, la cultura dello “slow food” e della ristorazione tipica locale.
Sempre nel rispetto dell’ambiente e della sua visione ecologista del mondo, egli sposò totalmente “l’arte del riciclo”. Spesso alla ricerca di materiali e prodotti abbandonati nelle nostre campagne, Stefano amava ri-utilizzare quello che trovava per produrre strumenti musicali, quali tamburelli, oggetti d’arte e complementi d’arredo.
Durante l’attività nell’agriturismo scoprì in lui la capacità di intrattenere la clientela e, soprattutto, i bambini che, nel corso delle programmazione delle fattorie didattiche, frequentavano la struttura.
Iniziò con la creazione di due primissimi burattini, ai quali presto se ne affiancarono altri, con i quali divertiva e allietava le serate degli avventori del locale. Ma subito dopo, resosi conto delle potenzialità della sua “nuova” arte, allestì un vero e proprio teatrino dei burattini, creando, sempre più, nuovi personaggi e storie con cui intrattenere, questa volta, anche il pubblico delle piazze, di Manduria e del circondario, dove iniziò a tenere i suoi spettacoli.
Fondò quindi la sua “Piccola Compagnia dei Burattini“, con la collaborazione di un musicista organettista, Tommaso Massarelli, che gli faceva da spalla, dall‘esterno del teatro, durante i suoi spettacoli.
All‘età di 29 anni, nell‘ottobre del 2012, durante un viaggio nell‘isola di Gotland, in Svezia, dove si era recato per visitare i luoghi e la casa di Pippi Calzelunghe, di cui era innamorato, ha avuto il suo incidente fatale.
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