mercoledì 27 novembre 2024


14/11/2014 17:40:21 - Provincia di Taranto - Cultura

Il senso di un’esistenza

Sabato 15 novembre 2014, al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, doppio appuntamento dedicato a don Tonino Bello: alle ore 20.30 (ad ingresso libero), il film di Edoardo Winspeare “L’anima attesa”, sceneggiatura Carlo Bruni e Edoardo Winspeare, con Carlo Bruni, Nunzia Antonino, Federico Russo, Franco Ferrante, don Donato Bleve, Tommasina Cacciatore, produzione Pax Christi - Mosaico di Pace; alle ore 21.30 (biglietto 10 euro), lo spettacolo “Croce e fisarmonica“ di Carlo Bruni ed Enrico Messina, regia Carlo Bruni, con Enrico Messina e Mirko Lodedo, coproduzione Armamaxa teatro - Diaghilev. Info: 099.4725780.
Voluto da Pax Christi, il Movimento Cattolico Internazionale per la Pace di cui don Tonino Bello è stato presidente dal 1985 al 1993, e da Mosaico di Pace, la rivista fondata dal religioso pugliese, il film “L’anima attesa” (40’) non è un lavoro a carattere biografico, ma un’opportunità per divulgare, attraverso passaggi metaforici, il pensiero di don Tonino su due temi di stringente attualità: l’economia e la politica. Winspeare ha scelto di descrivere gli aspetti più legati all’impegno del vescovo di Molfetta in Pax Christi, ma anche l’impegno di un uomo di fede nella vita di ogni giorno, di una figura che, nonostante l’eccezionalità del processo di beatificazione, è sempre stato un uomo tra gli uomini.
Carlo è un uomo d’affari che non crede più in niente. La crisi economica, innescata da prodotti finanziari drogati da un’ingorda attività speculativa, lo ha colpito in pieno, sia nel portafoglio sia nell’anima, che però lui non sa di possedere. Decide così di prendersi una pausa e di raggiungere per un fine settimana sua sorella nel Salento, ad Alessano, dov’è sepolto don Tonino Bello. Proprio durante questo viaggio, fisico e spirituale, grazie ad una serie di segni eccezionali, sperimenterà concretamente il reale messaggio del vescovo di Molfetta e per questo motivo avverrà in lui un cambiamento radicale.
Nato nel 1935 ad Alessano, don Tonino Bello è morto a 58 anni nell’aprile ’93 a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica. Don Tonino ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari e associando ad una fede profonda una laicità che a molti, ancor oggi sembrerebbe paradossale per un prete.
“Croce e fisarmonica“ (60’), spettacolo vincitore dell’edizione 2013 “I Teatri del Sacro”, non tenta una sintesi del suo ricchissimo patrimonio, non costruisce un reliquario. Piuttosto vuole ricavare l’impronta di un passaggio perché, per quanto profonda, non rischi di essere cancellata dal folklore o allontanata da una meritata santificazione. E’ il racconto di un mito. Il sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista, sono coordinate di una rotta che vengono percorse con la cadenza di una ballata perché questa storia ci resti dentro come una canzone.











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