Una parte dei proventi della vendita della birra viene devoluto in favore di manifestazioni dove si parla di omofobia
Si produce in Puglia, a Leporano in provincia di Taranto, la prima birra “gay” in Europa: si chiama “Idem” e con le sue etichette e con i soldi ricavati dalla vendita sollecita la discussione sull’omofobia e sui diritti delle persone lgbt (acronimo che sta per gay, lesbiche, bisessuali e trans).
La birra artigianale è prodotta da quasi un anno e l’iniziativa è di Espedito Alfarano, di 45 anni e di sua moglie. Alfarano è vice presidente nazionale del Movimento italiano del turismo birra e direttore dell’associazione Mondo Birra nata in Puglia. Insieme con la moglie ha messo su un piccolo birrificio nel quale lavorano una manciata di persone, alcune delle quali sono dichiaratamente omosessuali. Per le birre hanno scelto l’etichetta, che vuole rappresentare il mondo omosessuale, versione gialla e quella rossa: vi è disegnato un brindisi tra due boccali che rappresentano, con i simboli che lo indicano, due coppie dello stesso sesso.
Anche la scritta Idem – racconta Alfarano – non è chiara, come non è chiaro il concetto di sessualità. “Idem” è la parola che abbiamo scelto per sintetizzare il concetto che tutti noi abbiamo gli stessi diritti. L’etichetta contiene anche l'invito a donare il 5 per mille all’Agedo, l’associazione dei genitori degli omosessuali. Una parte dei proventi della vendita della birra, inoltre, viene devoluto in favore di manifestazioni dove si parla di omofobia. "Se una persona ci dice che è omosessuale ed ha le qualità professionali richieste – spiega Alfarano – noi la preferiamo nella graduatoria delle assunzioni da fare in azienda, senza però discriminare gli etero, sia ben chiaro. Cerco di aiutare chi vive le discriminazioni".
La birra prodotta – attualmente due produzioni la settimana da 1.000 litri l’una – è artigianale: è chiara, a bassa fermentazione, aromatizzata ai fiori d’arancio e pepe rosa, o rossa, con malti tostati e affumicati. "Birra Idem – racconta Alfarano – è destinata ai giovani, a un consumo fuori casa e quando abbiamo avviato l’iniziativa abbiamo deciso di legare questa produzione a un contenuto sociale. Io e mia moglie abbiamo tanti amici omosessuali costretti a nascondere il proprio amore e abbiamo voluto sollecitare una discussione sull'omofobia". "Io – prosegue Alfarano – ho una moglie, due bambini: la mia famiglia l’ho scelta così, ma ci sono altre scelte che sono sempre scelte di amore e che vanno rispettate. Noi siamo degli agevolatori di discussione: i giovani vedono l'etichetta, si incuriosiscono, vanno su Internet, si informano, parlano e questo a noi va bene, suggeriamo un tema di discussione".
L'iniziativa però non è piaciuta a tutti: sono numerose, racconta Alfarano, le e-mail "piene di cattiverie che mi stanno arrivando in questi giorni, persone che sono proprio fuori di testa, ma per fortuna sono in tanti anche che ci incoraggiano ad andare avanti".