Le iniziative di solidarietà dei sindacati
Si moltiplicano le iniziative dei sindacati dopo il licenziamento in tronco della dipendente della Lyondell Basell al rientro sul posto dopo una lunga battaglia contro il cancro. La Cgil di Brindisi organizza per domani alle 9, un sit-in di solidarietà per la lavoratrice di Lyondell Basell, che è stata allontanata dal posto di lavoro con l’avvio della procedura di licenziamento da parte dell’azienda. Il sit-in si terrà presso il piazzale antistante l’ingresso dello stabilimento, in viale E. Fermi nella zona industriale di Brindisi.
«La data del 25 novembre - scrive in una nota il segretario generale provinciale M i ch e l a Almiento -, è la più adeguata per denunciare tutto il nostro dissenso verso la violenza subita dalla lavoratrice. Perché di questo si tratta quando si vìola la dignità della persona. Perchè nessuna azienda può ignorare l’atto di violenza, di tipo psicologico ed economico, compiuto nei confronti di una lavoratrice a cui improvvisamente viene comunicato che deve andare via. E l’unica motivazione, da parte aziendale, è che il provvedimento rientra in un programma di riorganizzazione, che “è la posizione lavorativa ad essere stata eliminata” e che non bisogna parlare della storia di una singola persona».
Un concetto non condiviso dalla Cgil perchè «così non si fa altro che evidenziare l’aspetto più inquietante delle relazioni tra Azienda e dipendenti: il contesto lavorativo è asettico e si perde qualsiasi specifica valutazione, sia essa di merito o demerito, sia essa relativa alla storia personale e alle condizioni di vita del lavoratore, solo un numero da cancellare! In qualsiasi riorganizzazione aziendale, ancor più quando riguarda una multinazionale, il processo dovrebbe essere definito nell’ambito di corrette relazioni industriali, dove ad ogni numero corrisponde una persona in carne ed ossa, agendo nell’ottica di conciliare le esigenze aziendali con i diritti individuali. Nello stabilimento di Brindisi non è accaduto nulla di tutto questo».
Ecco perché la Cgil protesta il 25 novembre «e lo facciamo - prosegue il segretario generale - perché nel mondo del lavoro le violenze continuano ad essere sempre più presenti e lo sono in forma ancora più subdola nei confronti delle donne, da sempre soggetto discriminato e più debole del mercato del lavoro: dalla retribuzione alla carriera, dal ricatto delle dimissioni in bianco al licenziamento, fino anche alla violenza sessuale e allo stalking. Rivolgiamo l’invito a partecipare al sit-in a tutte le cittadine e i cittadini solidali con Zoe, perché riteniamo che questa sia una battaglia civile ancor prima che sindacale». Zoe è un nome simbolico scelto per la lavoratrice: l’ultimo in ordine alfabetico.