Per l’edizione 2015 è stato chiamato ad interpretare la focara, Jannis Kounellis, maestro riconosciuto dell’”arte povera”
Il 16 gennaio 2015, cioè tra meno di due mesi, a Novoli si festeggerà Sant’Antonio Abate, patrono del paese. Quella sera sarà possibile assistere, come sempre, anche all’accensione della Focara, il monumentale trullo realizzato con centinaia di fascine di negramaro, rivenienti dalla recente potatura delle viti.
Torneremo a Novoli, come sempre, con buoni amici, certi di trovarvi, anche stavolta, più di un elemento di novità rispetto all’anno scorso. Non tanto nel momento religioso, che sarà inevitabilmente scandito secondo le stesse modalità, e sarà centrato essenzialmente sulla processione della statua del santo, quanto nel momento folklorico, che ruota intorno al gigantesco monumento contadino, già ribattezzato, senza esagerazione, “il più grande falò del Mediterraneo”.
La festa popolare presenta infatti ogni anno caratteristiche differenti. Soprattutto a partire dal 2012, cioè da quando si è deciso di conferire alla tradizione secolare una nuova forma e un nuovo contenuto. Si è trattato di un’operazione coraggiosa (perchè tale risulta inevitabilmente ogni tentativo di “revisione” di una tradizione popolare di antica ascendenza) ma che si è rivelata vincente, poichè ha attribuito ad una piccola festa paesana un rilievo sovranazionale.
Il folklore locale, del resto, non è patrimonio esclusivo degli autoctoni, ma di tutti coloro che, con rispetto, desiderano accostarvisi. Ogni volta che siamo tornati a Novoli (ci andiamo ormai da tre anni) abbiamo comunque verificato che il momento folklorico e quello religioso dell’evento, nella loro autonomia e complementarietà, coesistono pacificamente. Una parte dei fedeli, infatti, anche quando la gigantesca pira è già accesa, continua ad affluire numerosa in chiesa per rendere omaggio al santo, finchè le porte della chiesa non si chiudono, lasciando completamente posto alla felice “anarchia” della festa.
Da tre anni, dunque, novolesi e forestieri vivono l’evento secondo una nuova modalità :si è scelto di reinventare l’aspetto materiale della focara, che ha assunto le sembianze di un’opera d’arte contemporanea, nello stile delle “installazioni”. Essa non ha tuttavia perso il suo fascino di antico monumento contadino.
Nel 2012, il grande trullo di tralci è stato qualificato dalla presenza dei grandi cavalli policromi di Mimmo Paladino; nel 2013, alla focara sono stati applicati i festosi “numeri” multicolori di Ugo Nespolo, mentre nel 2014 il grande monumento è stato reinterpretato in modo ”minimale” da Hidetoshi Nagasawa.
E ogni volta è stata una festa per gli occhi. Memorabile l’impressione prodotta dai cavalli policromi di Paladino che, nella estrema semplicità della loro forma, hanno riportato alla mente l’arcaica figuratività dell’arte italica, ormai irrimediabilmente perduta. Curioso l’effetto dei numeri multicolori di Ugo Nespolo, che, dietro l’apparenza di uno sfogo puerile, nascondevano un significato tutt’altro che banale. Spiazzante la “scaletta” lignea di Nagasawa, il cui valore abbiamo apprezzato più tardi, in fotografia, col favore di un angolo visuale scelto meglio.
Per l’edizione 2015 è stato chiamato ad interpretare la focara Jannis Kounellis, maestro riconosciuto dell’”arte povera”. Gli eventi culturali collaterali alla focara, che si svolgono negli ampi locali della “Drogheria delle arti”, sono anch’essi del massimo interesse, anche se, pur essendo preparati con cura, non hanno ancora riscosso la debita attenzione del grande pubblico, finora interessato soprattutto alla processione, all’accensione del falò e al concerto. In questo senso, si spera che, anche con l’impegno dell’Amministrazione Comunale, degli operatori culturali e delle scuole, aumenti la sensibilità rispetto a questi aspetti dell’evento novolese, che, ormai diventato centrale nell’offerta turistica salentina del periodo invernale, non vorremmo si riducesse, col tempo, a semplice momento di divertimento e di consumo.
Torneremo a Novoli, tra due mesi, animati da un duplice sentimento. Da appassionati d’arte, col desiderio di verificare come un altro grande artista contemporaneo si relazionerà con una icona folklorica secolare. Cercando, più che di comprendere, di “contemplare” il risultato finale, anche pensando allo spirito di assoluta gratuità che anima i novolesi nel loro impegno di mettere in piedi ogni anno, con non poca fatica, l’imponente trullo di fascine.
Quella dell’allestimento della focara, infatti, resta in buona parte un’operazione sostenuta dalla collaborazione di cittadini, volontaria e gratuita. Ma torneremo a Novoli soprattutto per vivere un grande momento di festa, con la certezza che, ancora una volta,come per secoli è accaduto, quella macchina meravigliosa, con i suoi fuochi pirotecnici, suoni e colori, sarà capace di sciogliere le tensioni quotidiane, individuali e collettive, restituendoci, anche se per breve tempo, un momento di serenità.
Nicola Morrone