Lui rigetta tutte le accuse. Ora tocca alla Procura decidere se procedere con il rinvio a giudizio
Prima ti lascio, poi ti denuncio. Giusto a un passo dal traguardo che corona il sogno d’amore eterno: finché stalking non ci separi. È così che un imprenditore, residente nel basso Salento, è finito indagato per atti persecutori dopo che la futura sposa ha mandato a monte le nozze e sporto querela ai carabinieri ritenendo d’essere stata vittima di una persecuzione da parte del futuro marito mancato che proprio non aveva digerito l’improvvisa rottura del rapporto.
Una guerriglia tra promessi sposi, diventati ex ancor prima di scambiarsi gli anelli, si è trasformata quindi in una inchiesta giudiziaria, tra accuse e scuse recapitate in una battaglia di carte bollate.
«Non riuscivo più a studiare» ha raccontato lei. «Le ho fatto qualche telefonata, si è laureata a pieni voti, è una vendetta perché è convinta che l’abbia tradita».
Il botta e risposta a distanza rischia ora di finire per essere regolato in un’aula giudiziaria. Di recente il pm di Brindisi, Valeria Farina Valaori, ha notificato all’uomo un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Deciderà ora il magistrato, sentito il presunto stalker che rigetta ogni accusa, se formulare richiesta di rinvio a giudizio e chiedere al gup di fissare l’udienza preliminare.
Nonostante il tempo trascorso, quattro anni almeno dai fatti che si sono verificati nel 2011, la giovane donna brindisina di 32 anni, qualcuno in meno di colui al quale avrebbe giurato amore per tutta la vita, è rimasta fermissima sulle proprie posizioni, ritenendosi vittima di uno stress psicologico che l’avrebbe costretta non solo a rinunciare all’abito bianco ma anche a modificare le proprie abitudini di vita reali e virtuali, quindi anche su Facebook, e a subire un danno psicologico rilevante. A partire dai disturbi di concentrazione che non le avrebbero consentito di stare sui libri con la tranquillità che serve per studiare e preparare gli esami universitari.
Tornando ai fatti. A quanto ricostruito sembra proprio filasse tutto liscio fino al 2011, anno in cui lui e lei avevano programmato le nozze. La data era già fissata per la fine del 2012. Il ristorante per il rinfresco scelto, perfino il fotografo era stato già investito dell’incarico. Fiori d’arancio e felicità.
Una festa, quella per il “sì” organizzata in ogni dettaglio in netto anticipo. E’ l’industria dei matrimoni che lo prevede, bisogna mettere in cantiere cerimonia e party con netto anticipo, almeno un anno e mezzo. Del resto è su un progetto che ha da durare “per sempre” che si lavora, difficile immaginare che tutto possa crollare in pezzi ancor prima della fatidica promessa d’amore. E invece, a quanto riportato in querela, così è stato per la coppia salentina che dinanzi all’altare non ci è mai arrivata. Lei lo ha mollato, lui ha accusato il colpo e - sostiene la parte offesa - ha iniziato a esagerare con l’uso del cellulare e dei social network. Telefonate, sms. Foto pubblicate su Facebook e non gradite dalla donna. Un paio di incontri indesiderati. Insomma gli ingredienti che normalmente integrano l’accusa di stalking che da quando è stata istituita ha incluso nel suo novero le storie di vita più singolari.
Ora, lui che sperava di convolare a nozze con la propria amata ha da difendersi da una contestazione in sede penale e da affrontare un percorso giudiziario che non è affatto una passeggiata. Lei, parte offesa, attende che la Procura faccia le proprie valutazioni, pronta a costituirsi parte civile per rivendicare quel danno morale di cui ha fatto cenno in sede di denuncia. Il banchetto nuziale, almeno quello, è stato annullato in tempo. Senza che, così come prevede il cliché dei “matrimonifici”, vi si investisse pure del denaro. Gli strascichi giudiziari, seppur non per decidere un divorzio davanti al giudice, vi sono stati ugualmente, anche in assenza di un contratto. Strascichi “penalmente rilevanti”.
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E’ in rete la sesta puntata del “Prudenzano News”
“Miki Formisano, un uomo in un corpo di donna con una storia da raccontare”