«Il piano Silletti rischia di sfigurare la Puglia»
Manifestiamo con dispiacere l’urgenza di riflettere sulle strategie politiche avventate e poco lungimiranti attuate contro l’ambiente e gli equilibri naturali strettamente connessi alla vita e alla salute, in particolare dei cittadini pugliesi. Viviamo con apprensione il rischio di estirpazione di migliaia di ulivi spesso plurisecolari ma anche di oleandri, opera iniziata nei giorni scorsi in attuazione del piano Silletti per l'emergenza Xylella, oltre alla notizia sul futuro intervento delle forze dell’ordine per impedire ai cittadini di difendere questi beni di infinito valore storico, economico, culturale e affettivo.
Riteniamo provvidenziale l’opera di informazione e sostegno giuridico che stanno svolgendo i comitati salentini, che quotidianamente informano la cittadinanza, incontrano e sostengono i proprietari dei terreni che ricevono la notifica di provvedimenti di estirpazione e distruzione di piante d'olivo infette da Xylella, offrendo anche strumenti giuridici.
Da più parti si alzano le voci allarmate di agronomi ed esperti i quali confermano i nostri timori, ovvero il rischio che le azioni estreme previste e messe in atto nei giorni scorsi in alcune zone del salento, non siano efficaci a debellale l’origine del problema e possano provocare, invece, danni irreversibili agli equilibri dell’intero ecosistema del territorio. Chiediamo per questo una revisione del piano e che vengano accolti i suggerimenti di esperti che hanno appurato, a seguito di adeguate cure
con pratiche agricole tradizionali e biologiche, la ripresa e il rigermogliamento evidente di piante che nei mesi passati erano state indicate come affette da Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CO.Di.RO). Secondo alcuni studiosi del settore, in Puglia attualmente il disseccamento non è riconducibile al batterio Xylella Fastidiosa ma ad una serie di concause, poiché il ceppo salentino appartiene ad una sottospecie dotata di scarsa patogenicità per l’olivo.
Sembra che i terreni coltivati a olivi in Puglia coprano più di 377mila ettari. Di conseguenza, eradicando le piante
potenzialmente ospiti della Xylella Fastidiosa nel raggio di 100 mt da ogni pianta infetta come indicato nel piano, si rischierebbe di compromettere non solo l’agricoltura regionale, ma anche di stravolgere definitivamente l’ecosistema che lo caratterizza, oltre che sfigurare un paesaggio unico al mondo. Tra quelle comprese nell’elenco degli ospiti, compaiono anche piante di pesche, albicocche, ciliege, querce, arbusti di mirto e rosmarino e diverse altre piante. Se le specie che vengono a mancare sono numerose, l’intero ecosistema rischia di scomparire. Ma se la certezza scientifica della pericolosità del batterio non è provata, perché praticare azioni con un impatto così devastante mettendo a rischio un ecosistema?
Avvertiamo con preoccupazione l’assenza di una chiara anima ecologista nelle stanze della politica pugliese che fino ad oggi ha operato. Sosteniamo con forza che le politiche regionali pugliesi debbano promuovere l’agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, capace di preservare le ricchezze paesaggistiche, naturali e le risorse agricole, promuovendo le
buone pratiche dell’agricoltura biologica, rivalutando i saperi antichi e il valore della macchia mediterranea che caratterizza il nostro paesaggio e i sapori e gli odori dei prodotti tipici pugliesi. Chiediamo che siano impiegate risorse nella diffusione delle pratiche di recupero e salvaguardia delle piante attraverso la potatura leggera operata solo sui rami secchi, informazione sulle pratiche utili a disinfettare e nutrire i tronchi e il terreno con attività adeguate, senza incentivare il mercato di diserbanti
e insetticidi che, come ormai risaputo, oltre a colpire il vettore distruggono la flora batterica, impoveriscono il terreno e lo rendono sterile, privo dei micro-organismi necessari all’autodifesa della pianta. Chiediamo che si opponga resistenza al potere del mercato degli ogm e dei pesticidi che avvelenano ogni forma di vita, entrando nell’alimentazione animale e umana con gravissimi effetti sulla salute. Crediamo nella necessità di rafforzare il dialogo e la cooperazione tra istituzioni, agricoltori, imprese agricole, università e associazioni, per valorizzare le radici della nostra cultura, fondata sulla terra e sulla roccia, quella che consente solo a piante forti come gli ulivi di sopravvivere. Siamo consapevoli che i piccoli proprietari terrieri sono i più penalizzati da scarse produzioni e da bassa redditività rispetto alle ore di lavoro necessarie per la cura. E’ necessario per questo sostenere la filiera corta e attività che sono spesso esempio di stili di vita eco-sostenibili, evitando di incentivare l’eradicazione con finanziamenti europei come si vocifera in questi giorni, col rischio di svendita dei terreni e la cementificazione al fine di costruire superstrade, impianti speculativi di fotovoltaici a terra, ipermercati, villaggi turistici, gasdotti, cave e discariche. Non possiamo infine dimenticare che l’amministrazione uscente ha usato l’immagine degli ulivi e della macchia mediterranea per presentare al mondo intero la Puglia nella sua bellezza paesaggistica e agricola, con grandi
investimenti economici, che rischiano di essere resi vani a causa di operazioni incaute come quella operata in questi giorni ai danni dell’olivicoltura».
Federazione dei Verdi Puglia
I commissari regionali
Simona Internò – Maurizio Parisi