«La magistratura per un verso deve fare il suo dovere ma dall’altro deve valutare con competenza tecnico-scientifica i danni e le conseguenze che questo comporta»
Xylella, dopo lo stop al piano Silletti a Oria è corsa contro il tempo «Oria è una bomba ad orologeria».
Piero Sumerano è un perito agrario ed un tecnico del consorzio di difesa delle coltivazioni intensive di Brindisi. Da mesi, assieme ai colleghi di Lecce e Taranto, va a caccia di nuovi focolai di xylella, il batterio che fa morire di sete gli ulivi. E non nasconde la propria preoccupazione per lo stop prima del Tar del Lazio, poi del Consiglio di Stato, alle misure di contenimento del batterio, previste dal Piano Silletti, contro cui hanno presentato ricorso 26 aziende biologiche ed altrettanti vivai. La giustizia amministrativa ha bloccato le ruspe, almeno sino al 4 giugno, data in cui è fissata la discussione della sospensiva richiesta dal commissario Silletti. Tecnici ed agricoltori sanno bene, però, che la «fastidiosa» non si è acquietata. Uliveti sino a qualche settimana fa esenti dal batterio adesso sono puntellati da chiazze color ruggine e le nuove manifestazioni sono all’ordine del giorno in tutto il Salento Leccese, mentre sono stati sospesi temporaneamente i monitoraggi dei focolai di Oria e Veglie.
«La magistratura per un verso deve fare il suo dovere - insiste Sumerano - ma dall’altro deve valutare con competenza tecnico-scientifica i danni e le conseguenze che questo comporta». Esprime preoccupazione per lo stop al piano Silletti anche l’associazione “Voce dell’ulivo ” che chiede l’aiuto degli agricoltori baresi per salvare la foresta verde della Puglia. «Siamo pronti a guidare gli olivicoltori delle altre province pugliesi, in una visita in Salento, al fine di aumentare la loro consapevolezza sul reale pericolo che sta correndo tutta l’olivicoltura regionale - dicono dal sodalizio - Avremmo inoltre l’occasione di far vedere le molteplici aziende devastate dai disseccamenti, nonostante siano state da sempre condotte in modo esemplare».
La «Voce dell’ulivo» accende i riflettori «sull’ennesimo scempio che si sta consumando nelle nostre campagne: un incremento esponenziale dei fenomeni di disseccamento dei nostri alberi di ulivo. Tutto ciò non fa presagire nulla di buono, non solo per il futuro del Salento ma, purtroppo, anche per quello dell’olivicoltura delle altre province pugliesi. Infatti la comunità scientifica non esclude che, in assenza di azioni di contenimento, il batterio possa a breve approdare anche nel resto della regione. E’ questo uno dei motivi - concludono dall’ associazione - per cui chiediamo a tutto il mondo olivicolo pugliese di romboccarsi le maniche, perché purtroppo tocca solo a noi cercare di cambiare il nostro destino».
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“Eco-Logica”, viaggio nel mondo della raccolta differenziata
http://www.manduriaoggi.it/cs/?id=7
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