Un saggio dello storico Pietro Brunetti
Felline è un antico casale di cui si ha notizia, secondo la tradizione, fin dal tempo di S. Pietro apostolo, poi popolato dai Manduriani sfuggiti alla distruzione di Manduria del 977 da parte degli Agareni, ed esistito fino al sec. XVI.
Secondo alcuni Felline era situata sull'altura dei Castelli; secondo altri, invece, sarebbe sorta vicino al mare, poco oltre Torre Columena, dove ancora oggi esiste la masseria Fiddicchj, che così conserverebbe il nome originario di Felline.
A sostegno della prima tesi si potrebbe citare quanto riferisce Bonaventura Morone agli inizi del '600, nel III libro del suo Cataldios ad cives suos, o quanto scrive il Pacelli in Dell'antica città di Manduria, secondo il quale Felline sorgeva dove era già esistita la Varia messapica, ossia sui Castelli.
A sostegno della seconda tesi si potrebbe citare, invece, quanto riportato nella carta topografica delle Rationes decimarum Italiae di Domenico Vendola, oppure quanto recentemente scritto da Rosario Jurlaro in San Pietro in Bevagna.
La questione, dunque, è se Felline sorgeva sui Castelli o vicino al mare. Secondo me il problema non si pone se proviamo ad ipotizzare che Felline e Fiddicchj siano state due realtà diverse, la prima collocata sui Castelli e la seconda vicino al mare, poco oltre Torre Columena.
Quali sono gli elementi a sostegno di questa ipotesi?
Felline, collocata sull'altura dei Castelli, sarebbe sorta sulle vestigia di Varia ( o Vania ), città messapica dell'VIII sec. a. C., distrutta insieme a Manduria dai Romani di Quinto Fabio Massimo, nel 209 a.C., nel corso della 2^ guerra punica.
E' noto che quando Roma conquista nuove terre, le distribuisce ai patrizi, agli imprenditori o ai militari che si sono particolarmente distinti a sostegno della sua politica. Sicché, come chiarisce il Colella ( Toponomastica pugliese dalle origini alla fine del Medioevo, Vecchi ed., Trani 1914, pag. 304 e segg. ), con l'assegnazione delle terre fatta ad Alexius, sorge la sua villa e, intorno ad essa, le case dei lavoranti: nasce così il casale di Alessano; l'assegnazione fatta a Carmeius dà luogo al casale di Carmiano; quella fatta ad Allius, Agliano, e così via. Le terre della distrutta Varia potrebbero essere state assegnate a un tal Figulus, nome corrente al tempo di Cicerone, poi divenuto Fellone, secondo la tradizione; mentre Felline sarebbe stato il nome del casale, visitato da S. Pietro nell'anno 44, prima di dirigersi a Manduria.
Ricordiamo che verso la fine del secolo scorso, in contrada Acquasantara, ad appena un chilometro dai Castelli, vennero alla luce i resti di un'antica villa romana, poi colmata: potrebbe questa aver avuto qualche attinenza con Felline? E' molto probabile che la villa fosse stata il punto di riferimento di un casale.
Tornando all'assegnatario Figulus, il nome significa vasaio, così chiamato o perché ne portava semplicemente il nome o perché imprenditore nel settore delle ceramiche.
Un'altra ipotesi che spiegherebbe il nome di Felline, è quella avanzata dallo studioso Nico Morrone, che si rifà alla gens dei Philonii, nome presente in Brindisi in età repubblicana e comunque riferito all'attività figulina che, probabilmente, si praticava a Felline, come avveniva in molte comunità ben organizzate, al fine di procurarsi i recipienti necessari alla vita di ogni giorno.
Altra realtà era Fiddicchj, a oltre sei chilometri da Felline, ma entrambe legate da comuni interessi.
Anche Fiddicchj deriva da Figulus o, per meglio dire, da Fillinulus, la piccola Felline,
come avunculus era il piccolo avo, ossia lo zio materno,
ocellus, piccolo occhio, occhiolino,
avicula, uccellino,
aurìcula, dim. di auris, orecchio.
Fillinulus poi diventa Fiddicchj, perché nel corrompersi della lingua latina, da cui si formano i dialetti, vanno considerati gli esiti dei gruppi ll ed ula (f.) - ulus (m.).
Il gruppo latino ll diventa dd in dialetto, per cui capellus diventa capiddu,
caballus caaddu
pellis peddi
stella štedda;
mentre il gruupo ula – ulus si trasforma in cchj, per cui situla diventa sìcchju,
òculus uècchj,
mèntula mènchja,
aurìcula rècchja,
manìpulus mannùcchju.
Lo stesso esito non segue Felline, che forse non diventa Feddine per il persistere di una forma più legata alla tradizione classica e quindi meno popolare.
Quali potrebbero essere stati i comuni interessi di Felline e Fiddicchj?
E' possibile che Felline ricavasse dall'agricoltura quantità di prodotti che soverchiavano le proprie necessità, tanto da esportarle ( tutto intorno le terre sono molto fertili ), servendosi del porto di Torre Columena. A questo punto immaginiamo che trovasse più conveniente produrre i contenitori di terracotta necessari per esportare olio e vino, in laboratori vicini al punto d'imbarco delle merci; ed ecco che dove oggi è Fiddicchj potrebbe essere sorta una succursale di Felline, con le case degli artigiani che vi lavoravano; la piccola Felline, appunto.
Che a Fiddicchj possano aver funzionato fabbriche di ceramiche, pare confermato da diversi elementi. Intanto la località si identifica con Punta Prosciutto, che col prosciutto non ha nulla a che vedere, trattandosi della trasformazione per assonanza di Punta Prisuti, che in dialetto indica gli artigiani di ceramiche, e prisu sta ad indicare esattamente il vaso da notte, che una volta era di creta.
L'altro elemento da tenere in considerazione è che attigua al porto di Torre Columena vi è un'altra grande rientranza delimitata ad Est da Punta Prisuti, sulla cui lingua si estende un grande deposito di cocci inghiottito dalla terra; nelle immediate vicinanze, verso Ovest, è possibile staccare addirittura pani di creta diluitasi nell'acqua di mare appena affiorante sulla scogliera. Fiddicchj, la piccola Felline, potrebbe essere sorta esattamente su questa insenatura, stretta ad Est da Punta Prisuti e ad Ovest da Punta Cacata ( in consonanza con Prisu e Prisuti ), come dicono ancora i locali, dove si trova la creta. Ad un chilometro nell'entroterra sorge l'antico complesso della masseria Fiddicchj.
Pietro Brunetti
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http://www.manduriaoggi.it/cs/?id=7
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