martedì 26 novembre 2024


22/05/2015 20:13:46 - Salento - Attualità

I Verdi chiedono le dimissioni di Nardoni

Il documento inviato da Bari è «incompleto», «poco chiaro», «non coerente», «non comprensibile», oltre a contenere tabelle illeggibili, errori e persino riferimenti di legge non corretti. In 72 pagine, con 640 osservazioni, la Commissione europea ha bocciato il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 presentato ad ottobre dalla Regione Puglia: un documento talmente pesante che una nota di trasmissione interna tra gli uffici, che la «Gazzetta» ha potuto consultare, parla di «osservazioni pesanti, forse mai così puntuali e corpose nella storia delle programmazioni agricole regionali».
Il risultato è che la Puglia, già buona ultima a presentare a Bruxelles - nell’ottobre scorso - il nuovo piano da un miliardo e seicento milioni, perderà adesso almeno altri sei mesi per presentare una nuova versione del Psr e ottenere l’approvazione definitiva.«Si tratta - minimizza Antonella Bisceglia, capo di gabinetto della Regione - di normale interlocuzione con Bruxelles. Alcune sono osservazioni standard, sulle altre è già in corso il confronto che sarà allargato agli attori istituzionali». Ma forse c’è qualcosa di più, come spiega l’incipit del documento datato 13 maggio (in cui si dà conto, tra l’altro, del fatto che il piano presentato alla Ue non ha nemmeno completato il procedimento di Valutazione ambientale strategica, e dunque già per questo non poteva essere approvato): «Oltre al fatto che alla data della presentazione il Psr era palesemente in fase di definizione in alcune sue parti - scrive la Commissione - , il principale punto di debolezza sta nel fatto che l'analisi Swot, l'identificazione dei bisogni e la strutturazione delle misure in risposta a questi ultimi non sembrano formare una struttura chiara, coerente e integrata».
Detto in altri termini: tra esigenze individuate per il mondo agricolo pugliese e proposte di intervento sono state rilevate contraddizioni. È stata ad esempio bocciata - senza appello - una misura cardine, quella che puntava sull’agricoltura integrata. E, in generale, è proprio il merito della scelta di alcune misure di sostegno ad essere fortemente contestato dai tecnoburocrati europei: anche perché in alcune parti del documento la Regione ha fatto errori clamorosi anche nel piano di finanziamento, tipo sbagliare la classificazione della Puglia che per la Ue non è «regione di transizione» ma «regione meno sviluppata» (questo cambia il tasso di cofinanziamento dei contributi).

 

 

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