Mariggiò: «Sull’Ilva Emiliano ha fornito una risposta populista e superficiale»
«Tutti i nodi vengono al pettine e tanti ne sono rimasti in quello di Emiliano: finché si è trattato di girare per le sagre, tutto è andato bene al candidato presidente del PD; ma, non appena si è entrati nel vivo della madre di tutte le questioni, l'ILVA di Taranto, l’aspirante governatore ha perso il sorriso, ha esaurito le battute e ha palesato il fiato corto.
Durante il comizio in piazza della Vittoria, Emiliano ha definito “resistenza” quella dei tarantini che, a suo dire, avrebbero voluto i sette decreti; inoltre, ha aggiunto l'ex sindaco, i sette decreti sarebbero un autentico prodotto made in Taranto. Ricordiamo al candidato PD le reazioni decisamente forti avute nei confronti del settimo decreto da parte dei titolari delle ditte dell'indotto ILVA; i loro crediti, infatti, cosi come quelli da lavoro dipendente, hanno perso la priorità nel pagamento (cosi come prevista dal diritto fallimentare).
Siamo certi che questo rappresenti un rischio concreto per quegli operai che hanno già perso una parte della retribuzione a causa dei contratti di solidarietà (a turnazione). Un operaio ha detto a Emiliano: “Gli impianti ci cadono addosso e i soldi per rifarli non ci sono”. La risposta di Emiliano è stata il solito mantra dell’ambientalizzazione, parola inesistente e inventata apposta per ingannare i tarantini.
Noi sosteniamo da sempre che gli impianti sono troppo grandi, troppo vetusti e troppo vicini alla città per essere rimessi in sesto. Inoltre, per farlo, ci vorrebbero risorse che al momento non sono disponibili, oltre che una chiara volontà politica di spianare tutto e ricostruire, sempre che si voglia tutelare la salute degli operai e dei tarantini.
In sintesi, undicimila operai attendono di capire quale sarà la exit strategy dall’acciaio sporco e sanno benissimo che, dopo tre anni di promesse irrealizzabili, il loro posto di lavoro è a rischio, Emiliano ha fornito una risposta populista e superficiale. La tutela della salute non entra nei suoi discorsi perché, l'Emiliano "uomo del PD", è prigioniero dello slogan “binomio salute e lavoro”, coniato ai tempi di Bersani, Monti e Clini ben 3 anni fa e che ora risulta stantio. I lavori per le bonifiche, peraltro parziali e pagate dal contribuente, sono appena iniziati, nel bel mezzo di un quartiere popoloso, e le parole della politica sono solo chiacchiere vuote a cui non possono più credere ne gli abitanti ne gli operai.
Ricordiamo invece che, fin dal 2012, noi Verdi con il nostro coportavoce nazionale Angelo Bonelli, abbiamo sostenuto la fattibilità e l'obbligatorietà delle bonifiche con l’applicazione del principio “Chi inquina paga”, nonchè l’utilizzo dei fondi europei per le aree di crisi industriale complessa al fine di avviare il processo di conversione dell’economia tarantina. Mai Bonelli o Gregorio Mariggiò, il candidato dei Verdi alla Presidenza, mai e poi mai hanno sostenuto l’esigenza di destinare risorse pubbliche a fare quanto è di competenza dei privati in quanto inquinatori. A maggio 2013, il Ministero dell’Ambiente sollecitò la Provincia a avviare l’identificazione dei responsabili dell’inquinamento ex T.U. Ambiente: ancora non è stato fatto nulla. Forse Emiliano dovrebbe battersi il petto per aver tollerato le larghe intese alle elezioni provinciali; le scelte del PD tarantino, infatti, si sono tradotte in richieste al Governo centrale poco conformi alla tutela del diritto alla salute dei bambini di Taranto. Emiliano dice che i tarantini hanno le risorse per fare da sé. Non abbiamo dubbi. E’ proprio quello che stiamo facendo, a parte il sostegno incondizionato di Angelo Bonelli, ormai tarantino d’adozione; ma vogliamo anche ricordare a Emiliano che Taranto è la seconda città della Puglia, che noi siamo cittadini pugliesi e italiani e che, in quanto tali, abbiamo gli stessi diritti degli altri. Il futuro Presidente dovrà essere il Presidente di tutti e non solo dei baresi. Lo invitiamo peraltro a leggersi gli atti processuali e a fidarsi un poco di più dei suoi colleghi magistrati tarantini».
Gregorio Mariggiò
Candidato alla presidenza della Regione Puglia
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