Ma da Brindisi e da Taranto ci sono resistenze
C’è tensione in provincia di Lecce, in particolare nel Pd, per due situazioni collegate ai risultati personali di due esponenti di primo piano del partito, Sergio Blasi e Loredana Capone: il primo ha posto con forza la necessità che nella prossima giunta il presidente riconosca alla provincia di Lecce e al Salento la vicepresidenza, per premiare la lista del Pd che ha ottenuto la più alta percentuale provinciale e la sua performance che lo ha portato con 16.540 preferenze a essere il candidato più votato della Puglia; l’altra ha sollevato dubbi sull’attribuzione dei seggi e ha sottolineato con forza l’ingiustizia legata alla sua mancata rielezione nonostante le 12.740 preferenze personali.
Paradossalmente però potrebbe accadere che le conseguenze di una legge elettorale che i consiglieri uscenti hanno tutti votato e che ora considerano inadeguata, potrebbero essere compensate da una folta delegazione leccese nella giunta . Gli intrecci politici, le rappresentanze ottenute dai gruppi di maggioranza nei diversi territori e l’intenzione del presidente di portare in giunta due donne come assessori esterni (cioè non consiglieri regionali) potrebbero dare alla provincia di Lecce 4 assessori. Le legittime aspirazioni dei leccesi si scontrano però con le altrettanto legittime aspirazioni dei rappresentanti eletti nelle province di Brindisi e Lecce, in particolare nel Pd, come sottolinea Donato Pentassuglia, primo degli eletti nel Pd nella provincia di Taranto con 12.817, «a ragionare con riferimento a territori più ampi ma con problemi e criticità comuni come è il caso dell’area jonico-salentina o del Grande Salento». Michele Emiliano farà fatica a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze, tutte legittime espresse dagli eletti, dai partiti che hanno permesso la sua vittoria, dai territori e dai non eletti.
Di Blasi e della Capone in giunta si è già detto. Gli equilibri politici e territoriali portano a immaginare un ruolo nella giunta anche per Sebastiano Leo, eletto in provincia di Lecce con la lista Noi a Sinistra per la Puglia con 6.174 preferenze personali. La percentuale di voti ottenuta nella provincia di Lecce dalla lista coordinata dal senatore di Sel Dario Srefàno è stata la più alta della Puglia. Di più: al di là della richiesta di Blasi di chiedere per sé e per il Pd della provincia di Lecce la vicepresidenza della giunta, una norma non scritta stabilisce che con un presidente barese la vicepresidenza tocchi a un leccese e anche di un partito diverso. Dunque la scelta del vicepresidente dovrebbe privilegiare altre forze della maggioranza. La lista Noi a Sinistra, espressione della forza politica che alle primarie ha rappresentato l’alternativa a Emiliano attraverso le candidature di Dario Stefàno, potrebbe legittimamente rivendicare l’assegnazione della vicepresidenza, che ha solo valore simbolico, posto che il vero potere di rappresentanza degli interessi sta nelle deleghe assessorili, a cominciare da Ambiente, Sviluppo economico, Opere pubbliche e Sanità. Si sa già però che Emiliano ha deciso di tenere per sé la Sanità.
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“Eco-Logica”, viaggio nel mondo della raccolta differenziata
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