E’ stata ritrovata da alcuni ragazzi, purtroppo morta, in un tratto di spiaggia di Campomarino, non molto distante dal porto
Ancora una tartaruga spiaggiata. E’ stata ritrovata da alcuni ragazzi, purtroppo morta, in un tratto di spiaggia di Campomarino, non molto distante dal porto.
Nell’area orientale della provincia vanno ripetendosi, con sempre maggiore frequenza, i casi di tartarughe marine spiaggiate, molte delle quali vengono trascinate dalla corrente fuori dal mare già morte. Un’area, questa, non nuova a nidificazioni e, pertanto, prescelta per uno studio triennale sulla presenza di tartarughe e per un monitoraggio giornaliero estivo alla ricerca di tracce del loro passaggio, per risalire, eventualmente, ad altre deposizioni di uova.
Continuano a restare ignote, però, le cause di queste morti, sempre più frequenti rispetto al recente passato.
«Il fenomeno del continuo spiaggiamento di tartarughe marine che si sta verificando quest’anno nel nostro mare avrebbe dovuto impensierire le autorità sanitarie, che, già sin dal ritrovamento, avrebbero dovuto interessare l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata: a quest’ente si sarebbero dovute consegnare le testuggini trovate inspiegabilmente morte affinché venissero accertate le cause» sostiene l’ambientalista Mimmo Carrieri. «Così non è stato e ancora un altro magnifico esemplare di tartaruga marina della specie “Caretta Caretta”, quello ritrovato l’altro ieri mattina, sarà smaltito nell’inceneritore della “Carcas” di Grottaglie. La testuggine in questione, già in stato di decomposizione, apparentemente non presentava ferite. Il carapace era lungo 70 cm. circa e largo 45 cm. Il suo peso era di circa 30 kg,. Allertato del ritrovamento, dopo essermi recato sul posto, ho provveduto ad allertare il Comandante della Polizia Municipale di Maruggio il quale ha immediatamente inviato una pattuglia di vigili urbani, i quali, a loro volta, hanno chiesto l’intervento del veterinario di turno dell’ASL di Taranto.
Ma purtroppo, come da prassi ormai consolidata, la carcassa di questo animale che rischia l’estinzione, anziché trasferirla presso il centro zooprofilattico (in cui, attraverso gli esami di laboratorio, si potrebbero accertare le effettive cause del decesso), sarà smaltita nell’inceneritore di Grottaglie».
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