Negli anni a cui si riferiscono le notizie giornalistiche (1896 e 1899), il gruppo bandistico era diretto dal noto maestro Adolfo Bonelli, musicista nato a Capua da famiglia di origine toscana, il quale ha avuto con la nostra cittadina legami di natura non soltanto professionale, ma anche familiare
In alcuni numeri del Corriere Meridionale, giornale settimanale stampato a Lecce e diffuso in tutta la provincia (all’epoca comprendente anche Taranto e Brindisi), sono riportate le notizie delle tournée che, negli anni 1896 e 1899, la Banda musicale di Manduria aveva effettuato a Napoli.
Gli articoli suscitano un certo interesse in quanto denotano non solo l’intensa attività concertistica della formazione musicale, che si svolgeva in ambienti più esclusivi, al di fuori delle consuete esibizioni legate a ricorrenze religiose (feste patronali), ma anche l’elevato livello qualitativo da essa raggiunto.
Occorre rilevare, come necessaria premessa a quanto dirò in seguito, che il nostro complesso bandistico ha sempre occupato una posizione importante tra le cosiddette “bande da giro” di cui è ricca la Puglia. Già nel 1879 il cav. Giacomo Arditi ne aveva attestato l’esistenza, quando si occupò di Manduria nella sua “Corografia fisica e storica della provincia di terra d’Otranto”,.
Negli anni a cui si riferiscono le notizie giornalistiche (1896 e 1899) esso era diretto dal noto Maestro Adolfo Bonelli, musicista nato a Capua da famiglia di origine toscana, il quale ha avuto con la nostra cittadina legami di natura non soltanto professionale, ma anche familiare.
Infatti, a seguito di ricerche svolte, è emerso che il Bonelli, figlio d’arte (in quanto il padre Mariano aveva esercitato l’attività di “capo musica” a Capua) e diplomato al conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli in strumentazione per banda, avrebbe iniziato proprio a Manduria la sua carriera artistica nel 1895 e quivi si sarebbe pure accasato sposando, nello stesso anno, la sig.ra Bianca Dimitri (figlia di Giovanni e di Oronza Marasco), dalla quale in seguito avrebbe avuto quattro figli (1).
Nel 1899, a trentuno anni, (ma forse ancor prima, avendo egli partecipato alla tournée napoletana del 1896) sarebbe stato nominato “capo musica” della locale banda municipale con deliberazione del Consiglio Comunale dell’epoca (2).
All’attività direttoriale, per la quale era stato conteso da vari complessi bandistici dell’epoca (oltre a Manduria, ho appurato che avrebbe diretto le bande di Trinitapoli, Mesagne, Gallipolli, Taranto e Modica in Sicilia), il maestro ha unito quella di compositore: tra le sue opere più note figurano, soprattutto, le marce funebri “Giovedì Santo” e “Venerdì Santo”, tuttora eseguite nei riti della Settimana Santa della vicina Taranto.
Orbene, proprio nel periodo in cui la nostra banda cittadina era diretta dal maestro Bonelli, si sarebbero svolte le tournée musicali napoletane di cui ho detto in apertura.
La prima (di cui ho avuto notizia dal citato giornale) sarebbe stata effettuata nell’estate del 1896.
La notizia è riportata nell’edizione del 7 Agosto 1896 del Corriere Meridionale (3) con il titolo “Il concerto municipale di Manduria a Napoli”. Essa è preceduta da una lettera inviata al giornale da tale F. di L. Di Ponticelli (Napoli) il quale, premettendo di essere “… dominato tuttora dal fascino, che in noi tutti ha esercitato la banda municipale di Manduria, intervenuta alle solenni feste della nostra Protettrice, S. Maria della Neve”, loda la nostra formazione musicale ed osserva che “quantunque preceduta dalla fama di una delle più valorose musiche delle province meridionali, Manduria ha saputo vincere l’aspettazione di tutti. L’esecuzione inappuntabile, l’espressione melodica, e poi il largo repertorio di opere moderne, la piena istruzione, tutto concorre a farne un concerto addirittura grandioso. Credo superfluo parlarvi delle dimostrazioni di simpatie, delle continue acclamazioni, cui è stata fatta segno.
Il nostro Municipio a nome dell’intera cittadinanza, poco dopo l’arrivo della musica in paese, telegrafava al Municipio di Manduria parole di omaggio; ed i giovani del Comitato, entusiasti, offrivano al maestro in segno di gratitudine un quadro con la seguente iscrizione: A Bonelli Adolfo - che in età giovanile – gareggia con i sommi dell’arte – il Comune di Ponticelli – dedica questo omaggio – come affettuoso ricordo – della festa del 9 Agosto 1806 – resa più splendida – dalle soavi melodie – del valoroso Maestro.”.
La lettera si chiude con l’annuncio dell’imminente esibizione a Napoli: “Nello stringere la mano al giovane Maestro, gli auguriamo di tutto cuore un nuovo splendido successo nella Galleria Umberto I, in Napoli, dove suona stasera e domani sera.”.
Al testo della lettera, segue la parte dell’articolo dedicata al concerto offerto al pubblico partenopeo: “Napoli, 11 Agosto. Un immenso successo ha riportato la banda di Manduria (Lecce) nell’eseguire i migliori pezzi del suo repertorio musicale, nel Gran Caffè Haraco, alla Galleria Umberto I. E’ la prima volta che quella banda affronta il giudizio del pubblico Napoletano, e questo pubblico la ha accolta con clamorose ovazioni, confermando quella fama che meritatamente gode.
L’esecuzione perfetta ed inappuntabile è uno de’ principali requisiti di un corpo musicale; e la banda di Manduria può giustamente meritare il vanto, essendosi rivelata superiore alle primarie bande che in precedenza ebbero occasione di dare, nella stessa località, saggio della loro valentìa. Valga questo nostro sincero plauso quale incoraggiamento di meritata ricompensa allo studio ed all’amore che quel Direttore, maestro Adolfo Bonelli ha per il corpo musicale che fa onore a lui ed a Manduria, che nulla risparmia per mantenere alto il prestigio di quel corpo musicale.”.
Alla tournée napoletana dell’Agosto 1896 fece seguito, in base ai resoconti del citato giornale, quella del 1899, svoltasi sempre in estate.
L’annuncio relativo all’evento è contenuto nell’edizione del 10 Giugno (4):
“Come annunciammo negli scorsi numeri, il concerto municipale di Manduria diretto cosi egregiamente dal bravo maestro A. Bonelli i cui meriti musicali sono ben noti in provincia e anche fuori, anche quest’anno si è recato in Napoli invitatovi dal proprietario del Gambrinus. Il nostro corrispondente ci scrive degli applausi e delle simpatie, cui la banda ed il maestro sono fatti segno da parte del pubblico durante i concerti; ora ci perviene la seguente letterina, direttaci dall’egregio proprietario dell’elegante ritrovo del Largo S.Ferdinando, e che volentieri pubblichiamo:
Egregio Direttore,
la Banda Municipale di Manduria diretta dall’egregio Maestro Bonelli, pure avendo dato due o tre concerti appena nell’elegante ritrovo estivo del Gambrinus in Piazza Plebiscito, può dirsi di aver guadagnato già la simpatia del pubblico napoletano per la perfetta esecuzione dei suoi concerti. Ha suscitato un certo entusiasmo, specie nell’esecuzione di una marcia sinfonica composta dallo stesso Bonelli, il quale dopo l’accoglienza dei Napoletani, può andare veramente superbo di dirigere uno dei migliori corpi musicali d’Italia.
Per la verità.
La Direzione del Gambrinus”.
Segue, a questo articolo, un altro comparso nell’edizione del 10 Luglio, firmato “R.Delfi” (5). L’articolo contiene il resoconto della trasferta partenopea:
“Domenica con un programma (di cui ricorderò: I Pescatori di Perle, L’Arlesienne, La Gioconda, La Danza esotica del Mascagni ed un’applauditissima marcia sinfonica del m. Bonelli, XX Settembre) eseguito con ogni cura e precisione. La banda di Manduria ha chiuso la serie dei successi ottenuti per 20 giorni continui a Napoli.
Applausi fragorosi, incessanti sempre.
La Direzione del Gambrinus ha diretta al m. Bonelli una lettera di ringraziamento abbastanza lusinghiera e nello stesso tempo ha fatto premurose insistenze, affinché la banda accettasse di ritornare nella prima quindicina di Agosto. Il m. Bonelli dolente, ha dovuto rinunziare a tale invito, perché aveva assunti impegni per quell’epoca.
Dal Mattino tolgo la seguente nota di cronaca:
“Una folla enorme gremisce tutte le sere Piazza Plebiscito, attrattavi dal concerto musicale di Manduria, che riscuote applausi entusiastici per l’esecuzione davvero magistrale di sempre importanti e svariati programmi, sotto l’intelligente direzione del m. Bonelli, che è un artista nel vero senso della parola e che trasfonde in una efficace concertazione, tutta la squisitezza dei suoi sentimenti, ai bravissimi musicisti e specialmente ai solisti. I nostri sentiti congratulamenti alla ammirevole banda musicale e alla Direzione del Gambrinus che ha avuto la mano felice nella scelta.”.
Il cronista prosegue osservando che:
“Ed è proprio al valore ed all’arte fine del m. Bonelli che si devono i progressi continui di questa banda, costituita tutta di operai, i quali sono costretti a lavorare per menare avanti la vita e quindi della musica si devono occupare in quei ritagli di tempo che loro rimangono disponibili. Di sussidio non si può parlare, poiché il Municipio non ha stabilito nel bilanci che tremila lire, che sono una miseria in confronto delle spese che si debbono sopportare per una banda che veramente voglia farsi onore. Lode meritata quindi spetta a tutti i componenti il concerto musicale e specialmente ai solisti, che coadiuvano efficacemente il loro Direttore. Al m. Bonelli poi io non dirò una parola di incoraggiamento, egli artista, vero, non ha bisogno di stimoli per continuare nella via intrapresa, sprone gli devono essere i successi meritati che ha sempre e dovunque ottenuti. A lui giunga il mio gradito augurio.”.
Che cosa pensare delle valutazioni contenute in questi articoli?
Saranno state mere parole di circostanza o espressioni di interessata piaggeria e adulazione?
Francamente, non mi pare.
La dimostrazione del contrario è data dai luoghi in cui le esibizioni sono avvenute e dal genere di pubblico che vi ha assistito.
La Galleria Umberto I e la centralissima Piazza Plebiscito costituiscono i principali punti di incontro di Napoli, tuttora essi sono teatro dei più importanti eventi musicali e spettacoli della città.
Inoltre, il Gran Caffè Letterario Gambrinus, che aveva organizzato e talvolta anche ospitato i concerti, è lo storico locale napoletano, tutt’oggi attivo, che da sempre è frequentato dalle élite culturali e sociali della città ed è meta dei grandi personaggi in visita a Napoli, tra cui gli stessi Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Il locale veramente pregevole per l’arte e per la storia, salotto buono della città, si trova nel pieno centro di Napoli, a breve distanza dal Palazzo Reale e dal teatro S.Carlo.
Nel periodo della Bella Epoque, il Caffè è stato luogo d’incontro di musicisti, artisti ad intellettuali tra i quali Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao, Benedetto Croce, per citarne alcuni.
E’ del tutto indiscutibile, quindi, la veridicità delle attestazioni di merito indirizzate al nostro complesso bandistico ed al suo direttore: esse provengono da un pubblico competente, colto, di gusti raffinati e poco incline a facili entusiasmi, il quale, certamente, non avrebbe potuto mai esprimere giudizi compiacenti.
Le superiori notizie giornalistiche, inoltre, danno una chiara idea dell’ambiente culturale ricco di iniziative e di fermenti che ha caratterizzato, nel passato, la nostra cittadina.
In particolar modo gli sforzi profusi dalla cittadinanza e dalle istituzioni per l’allestimento e per la gestione della banda musicale, formata in prevalenza di elementi di estrazione popolare, è segno di una vivacità culturale che interessava anche i ceti più umili.
La banda municipale, vanto della città, continuò la sua apprezzata attività per tutto il secolo successivo, e giunse perfino a sdoppiarsi nel secondo dopoguerra, dando vita alle due formazioni rivali dirette dai maestri Rodolfo Mazzei e Amleto Lacerenza.
Quest’ultimo, lasciata Manduria, andò a dirigere, come primo capobanda militare, la Banda Centrale dell’Esercito Italiano a Roma (6).
Bei tempi quelli passati, soprattutto se confrontati con le angustie presenti.
Ma le memorie del recente passato costituiscono, certamente, un bagaglio di esperienze sociali e culturali a cui si può attingere, in ogni momento, per sperare in un imminente recupero:
ad maiora!
Giuseppe Pio Capogrosso
(1) “Bonelli Adolfo (1868-1938) nasce a Capua (CE) da Mariano e Farina Brigida. Il padre, nato a Certaldo, esercitava la professione di "capo musica" a Capua. Nel 1895 si sposò, in Manduria (TA) con Dimitri Bianca, di Giovanni ed Oronza Marasco ed ebbe quattro figli: Nicola Mariano, Mariano Zopito, Loris Giorgio ed Adriana. Diplomato al conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli in strumentazione per banda, inizia la sua carriera nel 1895 a Manduria. Nel 1899, a soli trentuno anni, viene incaricato dal consiglio comunale della cittadina jonica di svolgere le funzioni di capomusica per essersi distinto sia come cittadino che come musicista. Dal 1912 al 1925 si trasferì a Modica (RG) per dirigere la banda municipale. Rimasto vedovo, nel 1926 si trasferì a Lucca dove insegnò musica presso il conservatorio Boccherini. Si spense nella città toscana il 19 Dicembre 1938. Due sono le sue marce funebri che sono ancora eseguite: Giovedì Santo e Venerdì Santo.”. Fonte: www.collezionespada.it. (nel sito insieme alla notizia é anche riportata una foto del maestro).
(2) Per dovere di verità devo precisare che, nell’archivio storico del Comune di Mesagne, ho rinvenuto un delibera di C.C. con si nomina il Bonelli direttore della locale banda fino al 31.12.1894 al posto del padre Mariano dimissionario e viene stabilito un “annuo stipendio di lire milleduecento nette d’imposte e una quota del 4% sui lucri delle feste. Trattasi della delibera di C.C. n.36 dell’11.5.1891.
Probabilmente il maestro sarebbe poi giunto a Manduria dopo questa esperienza professionale in Puglia e Mesagne. Cfr. archiviostorico.comune.mesagne.br.it.
(3) Corriere meridionale (1896:A. 7, ago., 13, fasc. 31)
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
(4) Corriere meridionale (1899:A. 10, giu., 22, fasc. 23)
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
(5) Corriere meridionale (1899:A. 10, lug., 13, fasc. 26)
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
Lecce : Tip. Lit. Luigi Lazzeretti e Figli 1890-1967
Settimanale ; Sospeso da a. 38, n. 16 (apr. 1927) a. 39, n. 1 (apr. 1956)
Biblioteca prov.le “N.Bernardini” di Lecce, su www.internetculturale.it.
(6) Lacerenza, figlio d’arte ha lavorato come direttore di varie bande in Puglia, Abruzzo e Calabria, tra cui l' Orchestra di Fiati "Città di Manduria" nel 1951, Dal 1942 è stato direttore della Banda del Corpo d'armata di Cagliari, dove durante la 2^ Guerra Mondiale si trovava. Dal 1964 al 1972 è stato il primo capobanda militare della Banda dell'Esercito Italiano . [Ha lavorato su molti brani tratti da opere e altre opere classiche per banda, ma ha anche scritto le sue opere, tra cui l'opera Marsia , opere sinfoniche, marce, la danza e la musica da camera. Nella città natale di suo padre Giacomo Lacerenza vi è una banda a lui intitolata e una sala da concerto nella caserma della Banda dell'Esercito porta il suo nome, l' Auditorium "Amleto Lacerenza". Fonte: Wikipedia, enciclopedia libera.
(7) Nella foto risalente al secondo decennio del secolo scorso è riprodotto, insieme ad un collega, nella caratteristica divisa, il sig. Leonardo Mandurino, mio avo materno, clarinetto nella Banda Municipale dell’epoca (collezione privata). La foto d’epoca del Gambrinus di Napoli è tratta da Wikipedia.