Rinviati a giudizio il dipendente promosso e il direttore generale dell’ente
Responsabile dell’Ufficio ragioneria del Comune senza il titolo di studio necessario (la laurea) per ricoprire quel ruolo. Il pm Valeria Farina Valaori per questa vicenda ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso in atti di ufficio per Antonio Cosimo Buongiorno, 63 anni, il dipendente promosso, e per Giuseppe Montanaro, 59 anni, direttore generale del Comune di Erchie. Due anni fa viene presentato un esposto ai finanzieri della Compagnia di Francavilla. Era il 25 luglio. Si chiedeva alle Fiamme gialle di verificare se il passaggio di Buongiorno alla categoria superiore fosse legittimo. E si chiedeva anche di verificare se il dipendente interessato avesse il titolo di studio necessario per quel passo in avanti nella carriera.
L’inchiesta viene affidata al sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. Viene acquisito il materiale necessario per fare chiarezza. La promozione di Buongiorno risultò in realtà effettuata. La prima determina è del 29 dicembre del 2009 ed è quella che aziona la procedura. Il 28 luglio successivo viene nominata la commissione giudicatrice per la selezione interna. Buongiorno viene inquadrato nel nuovo ruolo il 30 novembre del 2010 dopo tre verbali dai quali risulta idoneo.
Il pm spulcia le carte e accerta che la procedura non è stata effettuata per come doveva essere. Intanto perché Buongiorno non aveva la laurea, che è un titolo di studio, stando all’accusa, necessario non solo per i concorrenti esterni, ma anche per quelli interni. E, inoltre, non sarebbe stata rispettata la normativa che prevede per <le pubbliche amministrazioni coprire i posti disponibili nella dotazione organica attraverso concorsi pubblici con riserva non superiore al 50% a favore del personale interno>.
Buongiorno avrebbe, sempre sulla base delle risultante delle indagini svolte dalla Finanza, ricevuto dal Comune 5434 euro come compenso incentivante dopo essere diventato responsabile della Ragioneria ed avere <recuperato tributi comunali concernenti l’installazione di lampade votive nel cimitero>. Recupero avvenuto a partire dal 17 febbraio 2012 sino al 15 marzo del 2013.
Secondo il capo d’accusa solo le imposte relative agli immobili possono avere questa destinazione e non quella per le lampade votive. Infine i due vengono incolpati di avere affidato una consulenza ad un dipendente in pensione del Comune, in violazione della norme che vieta alle pubbliche amministrazioni agli ex dipendenti in pensione. Incarico che si è protratto per diversi mesi ed è costato al Comune poco più di sedicimila euro.