Tante prelibatezze della gastronomia locale e due concerti di pizzica: “Pizzica pizzica ensemble” e “Alla bua”
E’ ormai una delle sagre più longeve e più attese dell’area orientale della provincia: si chiama “Fricennu mangiannu” ed è una rassegna di suoni, sapori, colori e odori del Salento. E’ giunta all’undicesima edizione e anche quest’anno si svolgerà, nel centro di Avetrana, questa sera (domenica).
«Il 16 agosto di undici anni fa, un gruppo di ragazzi, tutti componenti dell’associazione “Giostra dei Rioni”, utilizzando un semplice pentolone e un fornellone, al suono della pizzica, organizzò la prima edizione di “Fricennu Mangiannu” in piazzetta Chiesa ad Avetrana» ricordano i promotori di questa sagra che ogni anno richiama numerose migliaia di visitatori. Da allora, però, questa sagra, che propone ai buon gustai fumanti fritture di tutti i tipi e per tutti i gusti, è cresciuta sino a diventare l’evento dell’estate avetranese. Promossa dall’associazione “Giostra dei Rioni”, gode del patrocinio della Regione Puglia, del Comune di Avetrana, della Banca di Credito Cooperativo di Avetrana e del Gruppo d’Azione Locale “Terre del Primitivo”.
«In piazza Vittorio Veneto, lungo tutta la facciata di palazzo Torricelli, sarà allestito il banco in cui saranno preparati i piatti della sagra. Decine di volontari friggono, al momento, diverse alimenti: pesce, cozze ripiene, polpette, pettole, pollo, frittelle, legumi vari», annunciano gli organizzatori. « Fritture che potranno essere accompagnate da 19 contorni diversi, che vanno dagli involtini di melanzane ai friggitelli, dai carciofi ai fiori di zucca. Tutto sarà fritto al momento e i vari piatti potranno essere annaffiati o dal buon vino Primitivo o dalla birra».
In programma anche ben due concerti di pizzica. Aprirà la serata il gruppo “Pizzica pizzica ensemble”. Poi sarà la volta degli “Alla Bua”, un gruppo, molto apprezzato, che è ormai sistematicamente protagonista della sagra “Fricennu Mangiannu”.
Sul palco gli “Alla Bua” rivelano il loro carattere: musica dal ritmo forte, quasi violento, del tamburello di Fiore; intrecci e cascate di note della fisarmonica di Francesco; il vibrato delle armoniche melodie del violino di Michele, la certezza della granitica chitarra di Dario; i graffi della voce di Gigi e la contrastante dolcezza di quella di Irene e del suo oboe. Gli “Alla Bua” risultano l’unione di tutto ciò che la musica salentina richiede per concretizzare al massimo la sua espressività, carica di un passato (e talvolta anche di un presente) difficile. Caratteristiche e qualità che, nello sfrenato divertimento di musicisti, ballerini e appassionati che numerosi partecipano ai loro spettacoli, vengono recepite come una vera “altra cura”.