Della Rocca: «Prendiamo le distanze dall’iniziativa degli otto consiglieri: non vogliamo scendere al loro stesso livello. Se la richiesta di azzeramento dell’esecutivo o l’ordine del giorno dovesse essere messo ai voti, il Pd si asterrà o abbandonerà l’aula. Se davvero questi otto consiglieri vogliono dimostrare di volere il bene della città, allora raccolgano le firme per lo scioglimento del consesso»
Amleto Della Rocca, consigliere comunale del Pd, sgombra il campo con decisione da ogni possibile equivoco. Nel corso di un’assemblea pubblica, cui hanno partecipato anche i rappresentanti di “Noi a sinistra” e di “Giovani per Manduria”, stigmatizza la posizione dei sette consiglieri di maggioranza (che nomina uno ad uno) e dell’indipendente Durante.
«E’ in atto esclusivamente un’altra azione di ricatto nei confronti del sindaco, che è finalizzata ad ottenere più potere e più poltrone all’interno della coalizione di maggioranza. Il Pd non asseconderà il gioco di queste persone» sono le parole del consigliere Della Rocca. «Il documento non ha nulla di politico, anzi manifesta proprio l’ignoranza politica di questa gente.
Un esempio? Il documento è firmato anche dal consigliere Antonio Giuliano, che, nelle elezioni del 2013, risultò il primo dei non eletti dell’allora lista dell’Udc, partito di minoranza. Lui è entrato a far parte del Consiglio Comunale nell’estate dello scorso anno, allorquando, a seguito del rimpasto amministrativo, l’unico eletto di quella lista, Mimmo Lariccia, avendo accettato di far parte della maggioranza ed essendo stato nominato assessore, si è dovuto dimettere da consigliere.
Ebbene, ora Giuliano, espressione dunque di una lista che ha perso le elezioni, oggi firma il documento in cui si chiede che venga ripristinata l’originaria maggioranza. Non si rende conto che sta chiedendo anche la sua stessa estromissione? Se Giuliano fosse coerente, insieme a Lariccia dovrebbe anch’egli lasciare la maggioranza e, teoricamente, pure lo scranno consiliare.
La gente di Manduria deve conoscere bene chi sta amministrando la città: c’è tanta gente politicamente inaffidabile, che siede in Consiglio Comunale avendo riportato poche decine di preferenze. Purtroppo per la città questi consiglieri sono attaccati esclusivamente alla poltrona, essendo consapevoli che, se si dovesse andare a nuove elezioni, non sarebbero più rieletti. Ecco perché siamo pessimisti sulla possibilità che si chiuda in anticipo un’esperienza amministrativa, che sinora si è dimostrata estremamente fallimentare».