Alla vigilia della delicata seduta di oggi pomeriggio del Consiglio Comunale, Roberto Massafra rimanda al mittente una delle principali condizioni poste dai tredici consiglieri firmatari del documento
«Mimmo Lariccia e Roberto Puglia non si toccano. Non accetto condizionamenti ad escludendum».
Alla vigilia della delicata seduta di oggi pomeriggio del Consiglio Comunale, Roberto Massafra rimanda al mittente una delle principali condizioni poste dai tredici consiglieri firmatari del documento: il “taglio” delle forze politiche che sono subentrate in maggioranza con il rimpasto dell’estate del 2014.
«Peraltro, il Centro Democratico e il Nuovo Centro Destra sono entrati a far parte della maggioranza in virtù di una richiesta specifica formulata, in quel periodo, dalla Lista Girardi, che, ora, chiede, al contrario, di ritornare a dar vita alla coalizione uscita vittoriosa dalle ultime Comunali» ricorda Massafra, che, poi, attraverso la propria pagina facebook, pone un preciso quesito. «Per premiare chi dovrei estromettere dalla maggioranza Lariccia e Puglia?».
Partendo dalla consapevolezza che i tredici non intendono chiudere ora traumaticamente l’ennesima consiliatura, il primo cittadino affronta, con un duro muro contro muro, l’altra parte della maggioranza.
Nel giorno del Consiglio Comunale (i lavori iniziano alle 15), da una parte, dunque, c’è il sindaco, sostenuto dal suo gruppo (tre consiglieri), e da quelli del Centro Democratico (una consigliera) e del Nuovo Centro Destra (due consiglieri), che sarebbe disposto solo ad un mini rimpasto, con l’entrata in maggioranza di Proposta per Manduria, e, dall’altro, ci sono 13 consiglieri che premono per azzerare la giunta, estromettendo le forze non premiate dagli elettori nel 2013.
«La Lista Girardi è stata sleale» è l’atto d’accusa di Roberto Massafra. «Aveva con me un altro tipo di accordo, frutto di una valutazione differente del panorama politico cittadino.
Le richieste dei tredici? Quel documento contiene solo una serie di rivendicazioni organigrammatiche. Vengono indicati criteri da applicare per acquisire determinate posizioni. Alla base vi è un’idea di giunta che non coincide con la mia.
Peraltro, ritornare alle condizioni del post-elezioni è impossibile. In primis perché chi, nel frattempo, ha cambiato casacca, dovrebbe ritornare nel movimento con cui è stato eletto. Poi perché Antonio Giuliano, che sottoscrive questa richiesta, dovrebbe essere escluso dalla maggioranza, essendosi candidato con una lista che sosteneva un altro candidato a sindaco. Infine perché anche il presidente del Consiglio dovrebbe essere a carico di un gruppo e questo non può che essere “Proposta per Manduria”. Io sono disposto a riconoscere l’assessorato a “Proposta per Manduria” e la pari dignità a tutte le forze politiche».