Aneddoti ed episodi per ricostruire l’arrivo del calcio bianco e rosso (inizialmente però granata)
Il primo campetto di calcio, ricavato in un’area alle spalle dell’attuale scuole elementare in precedenza utilizzata per le esercitazioni fasciste, intitolato all’attaccante pugliese Riccardo Carapellese, che erroneamente, nel 1949, ad Avetrana si credeva fosse morto nella tragedia di Superga, in cui perirono i calciatori del grande Torino. In realtà, Carapellese ritornò ad indossare la casacca granata l’anno successivo.
Il colore della prima maglia dell’Avetrana fu il granata, in omaggio allo stile e ai valori della squadra piemontese, che incantava, oltre che per i risultati, anche l’etica.
Sono solo due degli aneddoti contenuti nel libro “Avetrana al calcio d’inizio”, frutto della meticolosa ricerca e della passione per il calcio dell’autore manduriano Pietro Capogrosso, presentato l’altro ieri sera nel salone delle conferenze della Banca di Credito Cooperativo di Avetrana.
«Come mai un manduriano ha realizzato un libro sulla storia del calcio avetranese? Si è trattato di un caso» ha spiegato l’autore Capogrosso, durante la cerimonia, moderata da Pierfrancesco Galati. «Stavo effettuando, nella biblioteca nazionale di Bari, delle ricerche sulle ultime quattro partite di campionato del Torino dopo la tragedia di Superga. Mentre consultavo i vari numeri del settimanale sportivo “Cinesport”, che dedicava ampio risalto ai tornei minori, trovai un articolo sulla costituzione della prima squadra di calcio ad Avetrana, nel 1949, in cui militò anche mio zio Totò Gennari. Poi appresi dell’intitolazione del primo campetto di calcio a Riccardo Carapellese, un mio amico carissimo. Sono state queste le molle che mi hanno indotto a ricostruire la storia del calcio in questo comune».
Alla presenza di alcune vecchie glorie dell’Avetrana (come Gino Mero) e di calciatori avetranesi di grande eleganza stilistica (come Uccio Scarciglia), i vari relatori (sono intervenuti anche il presidente della Banca di Credito Cooperativo, Michele Pignatelli; l’attuale presidente dell’Avetrana, Daniele Saracino; il vice sindaco Alessandro Scarciglia; il curatore dell’opera, Biagio Saracino), ci si è molto soffermati sulla figura di don Carmelo Pignatelli, che, negli anni ’50, fu un sostenitore occulto della squadra, che riuscì a toccare vette importanti del calcio dilettantistico pugliese.
Il vice sindaco Scarciglia ha poi annunciato che proporrà alla giunta di intitolare lo stadio avetranese a Tino Laserra e la tribuna agli Angeli di Avetrana, ovvero ai ragazzi prematuramente scomparsi.