La delusione per la decisione di sopprimere la Soprintendenza
«Gent.mo Ministro Franceschini,
mentre Le scriviamo, siamo sopraffatti da sentimenti contrastanti. Infatti, se da una parte registriamo con entusiasmo un rinnovato fermento cittadino, nutrito soprattutto dalle tante realtà associative che si adoperano quotidianamente per un nuovo rinascimento della Città di Taranto, dall’altra non possiamo non evidenziarne il legittimo disappunto allorquando vedono naufragare questo straordinario impegno, divorati dalla sensazione di fare un passo avanti e tre indietro.
Ecco, per l’appunto, facciamo un passo indietro. “Taranto è una sfida per il Paese, e quando parlo di Taranto penso a Torino, città che da capitale dell’industria è diventata una delle città culturali più visitate. Taranto è l’unica città spartana al mondo. Dovrebbe investire su questo deposito di memoria che è anche una grande carta nella competitività del turismo mondiale”. Queste Sue dichiarazioni, risalenti al 18 novembre 2014, rimbalzarono su tutte le testate locali e nazionali e sui social network infiammando gli animi dei tarantini già conoscitori del progetto Taranto, la Città Spartana e consapevoli di poter essere i protagonisti di un rinnovamento culturale ed economico senza precedenti. Al contempo, lasciarono perplessi coloro che non credono più nel valore della politica. Dunque, da un lato le aspettative, dall’altro lo scetticismo. Un dualismo emozionale che, proprio in questi giorni, continua pervicacemente ad insistere sulla città, contrapponendo alla gioia provata per gli importanti risultati conseguiti dal MarTa, la delusione legata alla notizia inerente il dirottamento della Soprintendenza su Lecce, non per mero campanilismo, come sarebbe facile supporre, ma per logica consequenziale. Pur apprezzando l’impegno del Governo, l’immagine di Taranto spesso si declina in un enorme problema da risolvere. In realtà, Taranto, per via del suo inestimabile patrimonio materiale ed immateriale e della sua posizione logistica, è la più grossa opportunità da cogliere per l’intero Sistema Paese, uno straordinario laboratorio in cui maturare una concezione profondamente rinnovata della Bellezza in ogni sua forma. Sarebbe dunque paradossale immaginare questo entusiasmante percorso prescindendo da poli culturali strategici come la secolare Soprintendenza, l’Università (ancora orfana di un’autonomia che, inoltre, le consentirebbe di entrare a sistema con i poli accademici mondiali con brand Spartans) e, non ultimo, l’ISSM Paisiello (non ancora Conservatorio, pur essendo la più antica Istituzione di formazione musicale pugliese). A costo di sembrare ingenui, crediamo ancora che la buona politica, dando ascolto alle istanze dei cittadini, possa essere lo strumento ideale per partorire grandi progetti, anche raccogliendo quella che i più definirebbero come la sfida più ardita. E, che sia ardita o meno, per raccoglierla servono cuore, intuizione, dedizione e la determinazione a non tornare più indietro, nemmeno di un passo. Ma, soprattutto, serve coraggio. E per il mondo, chi ha coraggio è Spartano».
Associazione “Taranto, la Città Spartana”