In un’aria da resa dei conti, che non lascia presagire nulla di buono per la seconda parte della consiliatura, sono volati, insomma, gli stracci
Ci sono i 17 voti. La maggioranza supera il primo test: il nuovo presidente del Consiglio, Enzo Andrisano, è stato eletto al primo turno, grazie ai voti dei due terzi dei consiglieri. Ai 16 consensi già noti, si sarà aggiunto (anche, essendo il voto è segreto, non ci potrà mai essere un riscontro ufficiale), quello di Damiano Maggi. La “nuova” minoranza, composta da otto consiglieri (era assente per motivi di lavoro Mary Giuliano), ha preferito lasciare in bianco la scheda.
I lavori sono stati caratterizzati da “piccate” polemiche dei consiglieri di minoranza rivolte all’indirizzo di chi avrebbe “tradito” sia il voto degli elettori, sia il patto sottoscritto fra l’originario gruppo dei 13, che è poi andato via via sgretolandosi.
«Non siamo passati dall’altra parte dei banchi dell’aula perché da oggi siamo in minoranza» ha esordito Leo Girardi, leader dell’omonimo gruppo. «E’ stato il sindaco ad essere passato all’opposizione di questa città, avendo contraffatto e scambiato il voto degli elettori».
Ancora più duro è stato il rappresentante del gruppo misto, Arcangelo Durante.
«La maggioranza dei cittadini è schifata dal vostro trasformismo. Lei, sindaco, passerà alla storia come il peggiore della città. Noi svolgeremo il ruolo di opposizione costruttiva, di controllo, ma non faremo nessuno sconto».
In un’aria da resa dei conti, che non lascia presagire nulla di buono per la seconda parte della consiliatura, sono volati, insomma, gli stracci.
Il sindaco Massafra, con toni più blandi, ha replicato alle accuse.
«Sia la prima che la seconda crisi non è stata certamente determinata da una mia scelta» le sue parole. «Io ho “subito” entrambe le crisi, che sono state volute da quei partiti che nell’estate del 2014 avevano dichiarata conclusa l’esperienza delle liste civiche e che avevano auspicato l’apertura ai partiti di minoranza. Quei partiti che, a distanza di un anno e mezzo, hanno invece chiesto di ritornare alla maggioranza uscita vittoriosa dalle urne. Io non ho mai mortificato le parti politiche, né quelle che hanno vinto le elezioni, né quelle che le hanno perse. Noto che la classe politica continua a essere incapace di ritrovarsi attorno a valori condivisi, che abbiano al centro l’amore per la città. E’ questo il male oscuro che ci portiamo dentro e che impedisce ormai da tempo alle Amministrazioni di completare il mandato naturale».
Diversi i “botta e risposta”, anche pepati, fra i due schieramenti. Sino al momento del voto segreto per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio Comunale. L’intera maggioranza ha indicato unanimemente il proprio candidato in Enzo Andrisano. Non potendo in alcun modo contrastare lo squilibrio di forze, la minoranza ha annunciato la scheda bianca.
«Voto scheda bianca anche per esprimere il mio dissenso verso il candidato della maggioranza» sono state le parole di Leo Girardi, che ha rincarato la dose. «Anche se sarà eletto, non potrà mai essere il mio presidente chi ha firmato tre documenti diversi di critica al sindaco: prima il documento degli 8, poi il documento per l’azzeramento e per il varo di una nuova maggioranza che tenesse conto del voto degli elettori e, infine, il documento della sfiducia al sindaco. Nonostante queste tre firme, oggi è dalla parte del sindaco».
Dopo l’insediamento, Andrisano ha cercato di stemperare i toni.
«Mi spenderò nell’interesse di tutti» ha dichiarato. «La mia è stata una scelta di grande responsabilità: la gente ha bisogno di risposte forti».