A farsi portavoce dei disagi delle famiglie che abitano nella zona periferica del comune di Maruggio è Giovanni Altamura
Le famiglie che abitano sulla Maruggio-Torre Ovo reclamano le opere di urbanizzazione primaria: la pubblica illuminazione e la rete idrica.
A farsi portavoce dei disagi delle famiglie che abitano nella zona periferica del comune di Maruggio è Giovanni Altamura, 76 anni, cittadino maruggese proprietario di un’abitazione lungo la Maruggio-Torre Ovo.
«Dall’ultimo punto di illuminazione pubblica della strada e sino alla casa di riposo vivono, in altrettante abitazioni, tredici famiglie di maruggesi» ricorda Giovanni Altamura. «Nel periodo estivo, il numero delle famiglie aumenta: vi si riversano infatti nelle abitazioni di campagna per trascorrere il periodo più caldo dell’anno.
Nonostante le ripetute richieste avanzate nel corso degli anni alle varie Amministrazione che si sono succedute, continuiamo a non poter disporre della pubblica illuminazione».
Manca la pubblica illuminazione, mentre l’energia elettrica per illuminare le abitazioni della zona in questione è arrivata solo perché le famiglie interessate si sono autotassate per coprire i costi.
«Abbiamo dovuto mettere mani al nostro portafoglio: il Comune, all’epoca, ci disse che non vi erano soldi in cassa» aggiunge Altamura, che fa però poi notare un’anomalia. «Nella zona di contrada “Pindini” la rete di illuminazione pubblica è stata realizzata, benché esista solo uno stabilimento privato. Anche in un’altra zona periferica di Maruggio, in cui abitano una decina di famiglie, l’illuminazione c’è. Si tratta, insomma, solo di scelte politiche».
Altamura ci segnala un ultimo problema.
«Lungo la strada passa la condotta della rete idrica, che serve la casa di riposo poco distante dalle nostre abitazioni. Noi, però, non possiamo usufruire di questo servizio. Non comprendiamo le ragioni di questo divieto. Delle nostre famiglie si ricordano solo quando dobbiamo pagare le tasse. In altre parole, per i doveri ci tengono in considerazione, mentre per i diritti tutti ci ignorano».