CAMPOMARINO - Il degrado nell'area del porto, in attesa che si defiscano le competenze del dragaggio
«La società “Torre Moline” e il Comune di Maruggio si rimpallano le responsabilità sulla mancata esecuzione dei lavori di dragaggio del porto turistico (in attesa che si definisca definitivamente la competenza e, di conseguenza, la paternità dell’onere) e intanto l’area versa in una grave situazione di degrado ambientale e igienico-sanitaria»
L’ambientalista Mimmo Carrieri richiama nuovamente l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema, che va acuendosi con il trascorrere del tempo.
«Fanghiglia, ampie chiazze di oli sparse all’ingresso dello scalo di alaggio e nello specchio acqueo antistante: costituiscono non solo un evidente degrado ambientale, ma anche un potenziale pericolo per la tutela della salute e della pubblica incolumità. Gli “addetti ai lavori”, nell’ambito delle rispettive competenze e cariche istituzionali, sono chiamati ad intervenire per il ripristino dello stato dei luoghi» ammonisce Carrieri, che poi riepiloga la principali tappe della contesa a suon di carte bollate fra la società “Torre Moline” e il Comune di Maruggio.
«La società “Torre Moline”, nel corso della conferenza dei servizi del giugno dello scorso anno, ha sostenuto che i lavori di dragaggio non sono di propria competenza, ma di voler essere parte attiva per la soluzione dell’intervento, salvo verificare l’ente preposto a sostenere i costi. Il Comune di Maruggio, ritenendo di essere dalla parte della ragione, nel settembre scorso ha avviato un atto di diffida nei confronti della Regione Puglia, chiedendo l’attivazione del procedimento di decadenza della concessione demaniale. Regione che, nell’ottobre scorso, con propria nota, ha ricordato che i lavori di dragaggio devono essere effettuati dal Comune di Maruggio e non dal concessionario.
E mentre questa “storia senza fine” continua, il degrado ambientale e igienico sanitario dilaga a discapito dei cittadini residenti, dei pescherecci, dei diportisti (che non possono usufruire dello scalo di alaggio interdetto con un’ordinanza del 29 dicembre del 2014), dei bagnanti, ma anche delle attività commerciali, danneggiate dalla situazione. Le esalazioni maleodoranti si propagano dall’insenatura del porto sino al centro della zona balneare, rendendo l’aria irrespirabile.
La tutela della salute pubblica, come quella del mare (patrimonio naturale) va perseguita nel contesto più generale della tutela dell’ambiente, che va preservata con interventi lungimiranti da parte delle istituzioni. E’ per questo che mi rivolgo alle autorità preposte, affinché si adoperino a mettere fine alle “querelle” venutasi a determinare».