venerdì 22 novembre 2024


11/02/2016 09:05:07 - Maruggio - Attualità

Il link del servizio trasmesso ieri da Striscia la Notizia

«I costi del dragaggio del porto devono essere suddivisi fra i due partner della società mista, secondo le quote in loro possesso: ovvero per il 92% alla parte privata e per l’8% a quella pubblica. Se il socio privato non dovesse accettare di compartecipare alla spesa, allora ci sarebbero le condizioni per avviare un procedimento per chiedere urgentemente la decadenza della concessione».

Il consigliere regionale Giuseppe Turco ha preso a cuore anche il problema della disputa fra società privata e Comune di Maruggio sulle competenze relative al dragaggio del porto turistico di Campomarino.
«Una prima parte del problema riguarda gli aspetti igienico-sanitari della vicenda, però non attinenti l’area in concessione: le alghe spiaggiate e i rifiuti sulla parte peschereccia e sul resto del demanio a uso pubblico costituiscono rifiuti solidi urbani e, in quanto tali, il Comune ha il potere e il dovere per legge di intervenire sistematicamente».
Turco si sofferma poi sull’aspetto che tiene invece bloccati i lavori di dragaggio.
«L’atto formale obbliga il concessionario unicamente all’“effettuazione dei dragaggi negli specchi acquei interessati” dalla concessione, mentre, per quanto attiene le “opere portuali” non in concessione, come l’intervento di dragaggio in argomento (localizzato all’esterno dell’area in concessione), pone a carico del concessionario unicamente il dovere di “sostenere i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria”. Ovvero» spiega il consigliere regionale, «di concorrere in termini economici ai lavori di competenza del Comune costiero, “con particolare riferimento alla banchina del molo di sopraflutto, al molo sottoflutto, al molo sopraflutto di ponente e allo scalo di alaggio” e non anche l’obbligo dell’esecuzione diretta delle opere.
Il Comune di Maruggio deve pertanto urgentemente indire una gara pubblica per il dragaggio delle aree non in concessione. Al Comune spettano tutti gli atti propedeutici e consequenziali, come valutare i costi dell’opera. La Regione deve ovviamente essere tenuta al corrente di tutto l’iter amministrativo.
Siccome il porto è gestito da una società mista e il socio privato detiene quasi il 92% delle quote, questi è tenuto a compartecipare alla spesa in proporzione: su una spesa di 100, il privato interverrà con 92 e il comune con 8.
Se il socio privato non dovesse accettare di compartecipare alla spesa, allora ci sarebbero le condizioni per avviare un procedimento per chiedere urgentemente la decadenza della concessione».










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