martedì 26 novembre 2024


17/02/2016 13:02:54 - Salento - Attualità

Vogliono far sentire la loro voce più forte di quanto non facciano i loro coetanei prepotenti, quelli che per farsi forti hanno bisogno di calpestare i più deboli

 
I più grandi hanno appena 15 anni, ma le idee ben chiare. Sono stanchi di sentire storie spezzate di coetanei che sempre più spesso decidono di mettere un punto alla loro vita perchè perseguitati tra i banchi di scuola. Per questo decidono di creare un movimento per urlare il loro "no" al bullismo. Ed ecco che da un primo superiore di Lecce nasce MaBasta, il Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti.
Carolina e Andrea. E poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la 13enne di Pordenone che qualche settimana fa ha tentato di emulare i primi due ragazzi nel gesto estremo di togliersi la vita. Così si è gettata dal secondo piano del suo palazzo nel disperato tentativo di mettere un punto alla sua storia e alle continue offese dette a voce e postate sui social dai suoi compagni di scuola. Ma non c'è riuscita, per fortuna. Storie di ragazzi come tanti, ma che come tanti altri non sono stati tanto forti da andare avanti. Ed è per loro e per chi ogni giorno lotta contro i bulli che, una classe di primo superiore dell'Istituto "Galilei - Costa" di Lecce, ha creato MaBasta, il Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti.
SUI SOCIAL E SUL WEB PER DIRE MABASTA - Vogliono far sentire la loro voce più forte di quanto non facciano i loro coetanei prepotenti, quelli che per farsi forti hanno bisogno di calpestare i più deboli. E per farlo questi 15enni di Lecce usano gli stessi strumenti dei bulli, la presenza dal vivo e sul web, in particolare sui social. Proprio su Facebook hanno già aperto la loro pagina MaBasta dove ogni giorno postano video e contenuti di denuncia e solidarietà alle vittime di bullismo. Ora stanno lavorando alla realizzazione di un sito autoprodotto dove mettere la loro faccia contro la violenza.
MABASTA: ECCO COME E PERCHÈ NASCE - "L’idea ci è venuta – raccontano i ragazzi – quando abbiamo parlato in classe del caso della ragazza di Pordenone che ha tentato di farla finita perché non ce la faceva più a sopportare il bullismo da parte dei compagni. Siccome i prof ci dicono sempre che è molto meglio 'fare' qualcosa anziché parlarne, ci siamo chiesti cosa potevamo fare di concreto per tentare di frenare questo fenomeno. Ci è venuto in mente di creare una specie di associazione di ragazzi che, come noi, vogliono fermare il bullismo, per dimostrare alle bulle e ai bulli che quelli che gli remano contro sono molto più numerosi di loro. Vogliamo creare un sito internet che possa dare una mano sia alle vittime che ai 'bulli' veri e propri perché, secondo noi, forse sono proprio loro che ne hanno più bisogno".










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