martedì 26 novembre 2024


18/02/2016 20:45:26 - Salento - Attualità

Le concentrazioni medie annue di Radon sono superiori nei comuni Castrignano del Capo, Melendugno, Minervino, Nardò e Otranto

Sottostimata all’inizio, vera emergenza dopo: la concentrazione anomala di Radon nelle case e in molti edifici pubblici fa del Leccese un caso nazionale.
Minervino di Lecce, Campi Salentina e Otranto sono i comuni in cui è stato riscontrato il maggior numero di abitazioni con valore medio superiore al livello di riferimento di 300 Bq/m3. In corso sono le misurazioni negli appartamenti di altri dieci comuni.
Si ha urgenza di sapere e, soprattutto, di capire se nel Salento l’esposizione massiccia e continuata a questo gas naturale possa essere inquadrata come una delle cause principali dell’impennata spaventosa di tumori al polmone. Non c’è, infatti, solo il carbone dell’Ilva e di Cerano. Che il Radon sia cancerogeno è noto da almeno 28 anni. Che abbia una stretta correlazione con il carcinoma polmonare, anche nel Leccese, è la conferma che sta arrivando dai monitoraggi avviati da Arpa Puglia.
Il Salento, si sa, è al primo posto in Italia per diffusione di questa neoplasia: sono mediamente 536 i nuovi casi rilevati ogni anno e 461 i decessi. La possibilità di sopravvivenza a dodici mesi dalla diagnosi, infatti, è decisamente scarsa. Il trend è in leggero decremento negli uomini e in aumento nelle donne. E la sigaretta non è una spiegazione: studi Asl hanno dimostrato che di certo i leccesi non fumano di più rispetto agli altri. C’entra anche il Radon?
Nel giugno 2014, Arpa ha consegnato i risultati del primo monitoraggio annuale effettuato a mezzo di dosimetri posizionati all’interno del campione di 200 abitazioni selezionato secondo specifici criteri selettivi. Tra gli altri, il fatto che lì abbiano vissuto pazienti oncologici.











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