Ritrovati reperti in un casolare vicino Oria
Una lamina del cinturone di un guerriero, un asciuga sudore per sportivi, orecchini, anelli, unguentari per defunti, coppe e piatti di vario genere e forma, e perfino cocci di vasi ancora freschi ti terra. Reperti archeologici di grande valore e databili tra il VI e il II secolo a.c. Alcuni di questi appartenevano alla Biblioteca Comunale “Marco Gatti” di Manduria che nel 2005 ne aveva denunciato il furto. Alcuni di questi oggetti infatti, come i piatti e le coppe era già stati inventariati dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Taranto che aveva provveduto ad apporre sul retro il numero d’archivio prima di donarli alla biblioteca comunale di Manduria perchè ne potessero godere gli utenti.
Una serie di interventi della Guardia di Finanza di Francavilla Fontana, per sgominare il traffico illecito che coinvolge privati collezionisti e talvolta commercianti pubblici senza scrupoli, ha portato dal 2007 al oggi a effettuare altrettanti ritrovamenti di reperti archeologici importantissimi per il territorio nazionale e a conoscere bene il territorio locale in cui si opera illegalmente in questo settore.
L’ultima attività d’indagine infoinvestigativa ha portato i militari a risalire a un probabile usuale nascondiglio per i ritrovamenti dei tombaroli della zona di Oria. Si tratta di un casolare abbandonato nell’agro oritano. Le fiamme gialle, appurato che nascosti in una cassetta, avvolti in carte di giornale, c'erano una serie di oggetti antichi, hanno deciso di monitorare per tutta la notte del 8 dicembre il casolare nella speranza che i tombaroli, fiduciosi che la giornata di festa avrebbe tenuto lontani eventuali controlli, avrebbero provveduto a effettuare il rituale scambio, merce denaro o ritirare il tutto. Non si è presentato nessuno. Dunque non andato come previsto i finanziari hanno dovuto mettere al sicuro i reperti, che sono stati successivamente analizzati dalla soprintendenza e datati. Torneranno ora al godimento del pubblico.