Centrosinistra ancora diviso sulle primarie, fissate per il 6 marzo. Intanto Alessandro Scarciglia propone le consultazioni per individuare il candidato a sindaco del centrodestra
A pochi mesi dalle elezioni, ad Avetrana si sfoglia la margherita. Stranamente, mentre parte del centrosinistra si dichiara contraria alle primarie annunciate da “Cambiamo Avetrana” (fra le firme di coloro che non le vorrebbero, troviamo quelle di Rosaria Petracca, Luigi Conte, Antonio Lanzo, Franco Dicursi, Vito Risi, Vito Lomartire, Anna Maria Maggiore, Armando Pezzarossa, Cosimo Nigro, Rino Giangrande, Giovanni Forte), ad invocare questo strumento democratico è Alessandro Scarciglia, vice sindaco uscente, uno dei rappresentanti del centrodestra locale.
«E’ giusto e doveroso, in questo momento storico di confusione e incertezza politica e partitica, dare voce ai cittadini per l’individuazione di colui o colei che dovrà rappresentarli in ambito comunale per i prossimi cinque anni. A nostro avviso, l’unico sistema giusto ed efficace esistente oggi per scegliere il proprio candidato alla carica di sindaco è quello rappresentato dalle “primarie”».
Una sorta di “rivoluzione culturale” per il centrodestra. Scarciglia spiega le ragioni di questa sua presa di posizione.
«Fino alle ultime consultazioni amministrative, erano presenti sul territorio le segreterie dei diversi partiti (Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC e Socialisti), le quali nominavano rispettivamente tre propri delegati al fine di costituire una sorta di comitato super-partes con l’unico obiettivo di individuare il candidato alla carica di sindaco per l’intera coalizione di centrodestra. Oggi il panorama politico locale, specchio di quello nazionale, è molto cambiato e, in realtà, i partiti sono del tutto inesistenti sul territorio e carenti di figure rappresentative. Si pone, quindi, il problema reale sul metodo da utilizzare al fine di individuare il candidato sindaco che possa essere espressione condivisa da tutti e in alternativa a colui che sarà il candidato del centrosinistra.
Bisogna presentare ai cittadini un nuovo progetto politico per il nostro territorio, proponendo nuove persone e, soprattutto, un nuovo metodo e una nuova filosofia di fare politica.
Gli elettori ormai si esprimono ad ogni livello contro il sistema della vecchia politica, dove i nomi vengono imposti “dall’alto” o, comunque, decisi tra pochi intimi. Il cittadino vuole, giustamente, essere coinvolto nelle scelte sin dal principio, vuole partecipare e non più subire soltanto. La politica, quella nauseante, quella astratta e così lontana dalla base elettorale, è terminata».