martedì 26 novembre 2024


24/02/2016 18:24:23 - Salento - Attualità

Il governatore: «Chiudo ospedali  pericolosi non per risparmio. Il personale dagli ospedali chiusi andrà nelle strutture che devono rimanere aperte e che devono essere efficienti»

 
La «concorrenza» tra Monopoli e Putignano, destinati al declassamento, o quella tra gli ospedali nel Leccese, unica provincia a non essere toccata dai tagli ma soggetta a numerosi accorpamenti. Sono i nodi che la maggioranza ha provato ieri a sciogliere, sotto l’egida del governatore-assessore alla Sanità Michele Emiliano. Il quale ha rassicurato tutti i consiglieri del centrosinistra sulle proteste che qui e là stanno sorgendo all’indomani dell’annuncio sui nove ospedali da chiudere: «sono fisiologiche, io lascio le porte aperte alle proposte».
Già, come fare ad uscire dall’imbuto dei «campanili» senza incappare nell’ira dei cittadini-elettori? Che il dado ormai sia tratto è però chiaro a tutti, e dunque anche dal fronte brindisino - dove dovranno far digerire la chiusura di 3 ospedali - nessuna voce alta. Toccherà a lui, il presidente, gestire eventuali frizioni nel mega-raduno che ha convocato sabato al Cineporto con tutti i sindaci. E toccherà sempre a lui, oggi, affonatre i dubbi che pure i sindacati stanno sollevando su un’operazione di taglio e cucito sul «vestito» della sanità pugliese senza aver potuto ancora risolvere gli «strappi» strutturali: pochi presidi territoriali funzionanti all’altezza di compensare la corsa all’ospedaletto più vicino; pochi addetti rispetto a quelli che una regione equivalente per dimensioni ha. Avanti, dunque, con le trattative nel decidere, ad esempio, quale tra Castellaneta, Manduria e Grottaglie, nel Tarantino, potrà diventare ospedale di primo livello (dotato, dunque, di punto nascita e rianimazione). E se Manfredonia possa essere salvata assorbendo alcune delle attività che altri comuni (San Severo) non intendono mollare. «Si faccia carico anche la maggioranza - sottolinea Emiliano ai suoi - di scelte certamente impopolari perché, piaccia o no, lunedì prossimo la giunta dovrà decidere con delibera».
Due i punti fermi. Il primo: «lo scopo della chiusura degli ospedali non è quello di risparmiare soldi. Stiamo chiudendo ospedali pericolosi, con poco personale, e con statistiche basse, per mettere il personale in altri ospedali». Il secondo: un piano di 404 milioni di euro di investimenti che serviranno a potenziare l’assistenza e le cure sul territorio (medicina territoriale), riducendo così la tendenza ospedalocentrica,e 242 milioni della quota eccedente per la spesa del personale che si spera di ottenere, con deroghe da parte del Ministero.










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