Ma sferza anche i suoi ragazzi
Ciò che non hanno potuto gli avversari, a Copertino ha potuto un arbitraggio palesemente ostile: ammonizioni distribuite a iosa solo ai calciatori biancoverdi, due cartellini rossi che hanno costretto il Manduria a chiudere in 9 uomini, un calcio di rigore (quello del 2-0), contestatissimo dagli jonici.
La serie positiva della squadra di mister Gigi Bruno (un pareggio e poi cinque vittorie consecutive) si è interrotta, domenica scorsa, a Copertino. Ma il Manduria ha tanti motivi per recriminare.
«L’arbitraggio è stato scandaloso» è il commento di mister Bruno. «Ha impedito la costruzione di ogni nostra azione, fischiando sempre contro. Ha giudicato falloso ogni contrasto di Escobar con i difensori avversari, impedendo, alla fine, al nostro calciatore di giocare con serenità. Quando ha constatato che il Manduria era in grado di rimontare il gol subito nei primi minuti del primo tempo (Cocciolo ha centrato la traversa), ha immediatamente concesso un calcio di rigore al Copertino, che secondo noi era assolutamente inesistente. Per completare l’opera, ha poi espulso Potì e Leo. La partita è tutta qui».
Mister Bruno, con la sua schiettezza, censura però anche il comportamento di qualche proprio calciatore.
«L’approccio alla gara non è stato per nulla positivo» aggiunge Bruno. «In settimana avevo sentito qualche calciatore che riteneva il pareggio come l’obiettivo da raggiungere a Copertino. E come ho sempre sostenuto, quando il Manduria entra in campo senza la necessaria spavalderia e senza il furore agonistico, può perdere, malamente, qualunque partita. Nella seconda parte del primo tempo la squadra ha iniziato a rispondere alle mie sollecitazioni. Dopo la traversa di Cocciolo, il Manduria aveva acquistato convinzione. Nella ripresa è arrivato però questo rigore e, per giunta, l’arbitro ha espulso il difensore centrale Potì qualche minuto dopo che io avevo cambiato Buono, l’altro difensore centrale, con un attaccante, De Nicola. Abbiamo dovuto giocare con una difesa a tre, composta da tre juniores (Papa, Giannotto e Calò), che hanno tenuto sino alla fine della partita».