Successo strepitoso per la prima tappa del giro d’Italia handbike di Crema e prima tappa del giro d’Italia di paraciclismo. Le sue toccanti considerazioni
«Il pubblico, incredibilmente numeroso, ha incitato i partecipanti lungo tutto il circuito di 3,1 chilometri da ripetere più volte attraversando il centro storico di Crema.
Dopo le categorie handbike, l’ultima partenza in programma è stata quella riservata a tutte le categorie di paraciclismo, quindi la mia gara, che ha preso inizio alle 12.30.
La gara è stata tristissima sin dal via su iniziativa di Davide Borgna, che ha fatto selezione sin dal primo giro creando la fuga di un terzetto di cui facevo parte anch’io» racconta il col. Carlo Calcagni.
«Di comune accordo, anche perché eravamo di tre categorie differenti, la nostra fuga ha preso il largo sugli avversari e ognuno di noi iniziava a credere fermamente che il sogno di indossare la maglia rosa si stesse concretizzando.
Ma era in gioco anche la vittoria “assoluta” di tappa e sicuramente il vincitore sarebbe venuto fuori da uno di noi tre.
A questo punto, grazie alla mia esperienza, uso l’astuzia e sfrutto il punto debole degli avversari che nei giri precedenti avevo visto in difficoltà sui tratti sul pavé. Ed è proprio nell'ultimo tratto di pavé che portava fino allo striscione d’arrivo in cui io sono riescito a staccare Borgna e Signorino, presentandomi da solo sul rettilineo d’arrivo e raccogliendo gli applausi del folto pubblico, tra cui ho poi scoperto di avere tanti tifosi!
Sotto il traguardo alzo lo sguardo al cielo e sorrido col dolore, le lacrime e le delusioni alle spalle.
Sorrido e ringrazio di avercela fatta di nuovo, per me, per i miei figli e per chi mi vuole bene e non mi lascia solo nemmeno quando la salita è dura, quando mi andrebbe di mollare tutto, quando la malattia morde le gambe, ogni parte del mio corpo e soprattutto l’anima.
Ma ora sono qui ed ho superato un altro traguardo, per cui faccio una bella scorta di queste emozioni...
Ringrazio e sorrido!».
Queste altre riflessioni del col. Calcagni.
«Lasciali parlare. Cosa ne possono sapere di te, di come vivi, del mondo di emozioni che ti porti dentro, della sofferenza che affronti e che sei costretto a superare per forza, perché tu non hai alternativa.
Cosa possono saperne delle fasi alterne che vivi nella stessa giornata, della gioia di una vittoria sofferta, della disperazione di una sconfitta da riparare.
Che ne sanno del tuo dolore, della tua rabbia, del tuo passato e del tuo presente!
Lasciali pure parlare, resteranno sterili parole.
Lasciali parlare e vai dritto per la tua strada.
Ho superato momenti che non credevo di poter superare.
Ho vissuto situazioni che pensavo potessero uccidermi.
Ho ricevuto delusioni da chi mai avrei immaginato potesse ferirmi e proprio da coloro ai quali ho voluto bene e ho dato tanto.
Ma quello che conta è che sono ancora qui e ancor più forte di prima.
Nessuno potrà abbattermi perché ogni volta che mi faranno cadere mi rialzerò sempre più forte e più determinato di prima!».